Friday, December 23, 2005

Buon natale del Cactus a tutti

Monday, December 12, 2005

Smack your face with my wide left hand

Affogata in densi strati di piume color tovaglia.
Che colore inutile il giallo se ti vesti solo di grigio.

La testa inutile screpolata dagli istanti in cui ti assenti.
Crederò di non vedere più il cielo, ma per sempre nere coperte pomeridiane assalite da orde festanti di lacrime.

Ogni tuo addio è una schiena appoggiata ad un muro.
Sorpresa da gelidi aculei di bucciato.
Graffi sulle dita. Neve, gelo e un soffio.

Così ho schiantato le ginocchia per terra, oggi.
Sempre in silenzio.
Ieri la faccia sulla tua spalla.
Per finire col declamare un inesorabile "Imbecille!"

E tu che mi intimi di piantarla con questa pantomima, signorina.

Tu, pelle di plantigrado avvolta intorno, infestonato di muschi e di licheni.
Nei mesi del letargo non ti lascio assopire.

Guardarti così, sfrondato, perdere linfa dagli occhi a grandi singhiozzi come un grande motore senza benzina.

Quest'amore così insensato.
Che se non fosse perchè ti amo allora ti prenderei a sberle sulla faccia usando intera la sinistra.
Fino a non ricordarmene più.
Chè per imparare quello che serve serviranno decenni. ma che io sappia non c'è fretta.

Wednesday, December 7, 2005

Aforismi lavorativi

Dunque.

C'è un fatto che mi assilla.

Questo fatto di fatto è il fatto di non fare in tempo a fare nulla di fatto.

Cazzo di Budda.

Wednesday, November 30, 2005

File/Transform/Automate/Batch

Così arrivo alla sera distrutta.
E senza un letto per dormire.
Ho una zampa storta e che non posso appoggiare.
Non parlatemi di scarpette di cristallo.
Porto solo stivali di gomma.
Ieri tutto sembrava a posto.
Oggi mi prude una scapola e non riesco a grattarmi.
Forse ho le braccia troppo corte.

Mi chiedevo se tutto va bene.
Non mi sento granchè.

Intrattengo corrispondenza avec le parole.
Non ho la lingua drogata.
Non me le ricordo.
Mi tocca scrivergli.

Giovedì sono andata a sentire Mahler.
La cosa strana è che mi è piaciuto.
Dondolavo persino la testa.
Balzellavo coi piedi.
Mancava solo che mi mettessi a ballare.
Soprattutto quel quarto movimento che il direttore tutto storto ha fatto durare dieci minuti più del richiesto.
Rotolavo e cambiavo peso specifico.
Un momento ero Azoto, quello dopo Uranio.
In ogni caso tossica.

Quindi Mahler.
E poi quello stronzo di Bach con le sue variazioni alle otto e mezzo del mattino che mi fanno diventare isterica.

SSSSState un po' zitti parrucconi schifosi.

Voglio dormire.

E poi lavarmi le orecchie.
Curarmi un ascesso.
O farmi crescere le branchie.

Vorrei poter non dir nulla a nessuno.
Parlare solo coi muri.
O forse coi termo.

Che col freddo che fa...

Wednesday, November 23, 2005

Estensione divina

E fu così che mi trovai con due mani e due braccia, perfettamente identiche, difformi solo nell'orientamento.

Trascorrevo ore ad osservarle, senza mai trovarci nulla che non fosse perfetto.

Un giorno languivo nell' estasi contemplativa dei miei arti, quando il sole di traverso a una tenda colpì dritto i miei palmi.

M'accorsi di colpo di solchi sottili scorretti difformi fendenti a frotte le mie pallide dita.

D'improvviso erano vecchie e poi scevre del loro blasonato pallore.

Lucide e scure.

Niente più delle dita consunte di una fattucchiera bantù.

Saturday, November 19, 2005

Mani screpolate

Thursday, November 17, 2005

Colpi di sonno

Ma poi mi scopro a pensare che nella notte è meglio soffermarsi a guardare le ombre che scivolano piano piuttosto che a contare le frasi che dici.

In fondo, chi lo sa dove andiamo.

Perchè il broccolo si assomiglia al cavolo...

Ho di fronte scenari cantierizi, fatti di polvere e nastri a strisce.
Le dita le porto zozze e appese al collo, come cornetti che posso spezzare all'occasione o come portafortuna.

Ieri ho guardato fuori dalla finestra e ho pensato che dopotutti sei piani non sono molti.
Dico sei piani di mestizia o sei piani di novità.

La produzione va a rilento perchè la vernice asciughi.
La facciata scrostata non attira acquirenti.
Allora una mano di crema idratante è quel che ci vuole.

Cammino e tintinno, tutti pensano chiavi, al moschettone attacco solo i tuoi pezzi di vetro.
Ne ho fatto piccole gocce da lampadario.
Lascio che dondolino.
Ho smesso di avere paura se si frantumano.
Non mi preoccupo di raccogliere i pezzi.
Di quello occupati tu.

Ieri ho guardato fuori dalla finestra e ho pensato che tre piani d'affetto non sono poi gravi come un errore di calcolo.

Stai attento accidenti!
Non pestarmi gli occhiali, non posso guidare la rampa di lancio!
Credevo aspettassi di non avere paura del vuoto.

Domani ti scopro con la testa per aria solo perchè non ti ho tassellato per bene.

Torna qui dai su, la minestra è nel piatto.

Poi si raffredda.

Thursday, November 10, 2005

Io non sono indulgente

Sta mattina mi sveglio con un buco in un piede.
Penso che non mi ricordo come me lo sono fatto, se con un cacciavite o con un cavatappi.
Poi mi telefona mio padre da Roma e mi dice che se provo a camminare ci pensa lui a farmi il sederino rosso. Che parte con il primo migrante e mi sculaccia con la cinghia.
Strabuzzo.
Di cosa diavolo parla il vecchio?
Poi mi salta in testa l'idea di essermi fatta un buco in un piede per nasconderci i soldi.
No. Troppo piccolo.
Suona di nuovo il telefono.
E' di nuovo mio padre.
Dice che l'hanno chiamato dal mio posto di lavoro, che si sono lamentati perchè non ero ancora lì.
Mi intima di muovermi all'istante.
Datti una mossa. Non me ne frega un cazzo se zoppichi.
Allora che faccio?
Chiudo la scatola degli attrezzi e spendo 12 euro e 50 di biglietti dell'autobus.

All'altezza di via venti settembre proprio sotto un bowindo vengo folgorata da una consapevolezza che quasi sconquassa: Io non sono Indulgente.

Alle 23 e 26 minuti il mio piede sanguina ancora e non c'è traccia dei soldi.

Monday, November 7, 2005

Homeworks

Gongola l'ugola torbida
di lucide gocce d'arsenico,
appagata e affranta
da tanto filosofico arrendersi.
Tace la bocca socchiusa
come in sosta
ad un passo da sillabare
incresciose verità.
Scusate - Non - Volevo.
Freme infine il mento sinistro
preso da spasmo,
dalla menzogna infinita.
Quella di credersi il solo
a sapersi godere un sorriso.

Thursday, November 3, 2005

To come back

Non sono morta.
Non sono neanche in crisi creativa.
Non ho proprio tempo di scrivere.
Tornerò!
E allora saranno cazzi... se se vabbè

Saturday, October 29, 2005

Colla per manifesti

Oggi come tra un muro e un grosso cartellone.
Stesa con una vecchia e lurida scopa da un attacchinista professionista.

Reclamizzo una rivista di bricolage.
Sospetto.

Sospesa così, tra un traliccio e il cielo.

Buona notte.

Monday, October 24, 2005

Senza arti per la guerra.

Che dopo cinque anni credere che proprio adesso, mentre piango perchè sono mutila, ti si impalli il pc è davvero incredibile.

Cloppete cloppete

Il mio orecchio destro si è fatto sordo.
Al posto delle voci sento solo il mio Cuore ovattato.
Se parlo non sento un becco di quello che dice.
Dunque mi tocca stare in silenzio.

Il punto è che Esso non ha niente di interessante da dire.

Trovo decisamente squallido intrattenere una conversazione da treno con me stessa.
E' un po' come dirmi "Sei noiosa, preferirei dormire".

[Carissima Anna, desidero un po' di quell'arguzia di cui mi parlavi, perchè pare che nell'immediato recente sia andata sprecata tra viti molle e tasselli.
Come se a furia di non sentire avessi anche smesso di pensare.]

Acciocchè questo strazio si compia e abbia una fine auspicomi pronta guarigione da insonorità catarrose.
E perdonate la mia scarsezza scrittoria.

Wednesday, October 19, 2005

Sottoproletario oi oi oi!

Ebbene ragazzi sto arrancando.

Non è un simpatico stato d'animo venuto a guastare i miei giorni, ma il risultato di otto ore di lavoro in un magazzino dinsunascala a spostare tonnellate di piatti-piattini-scodelle-scodelline prodotti in Marocco per irrisorie cifrette e poi smerciati alle madame torinesi per la modica cifra di 32 euro alla scodella.

Mi sono sparata un culo indecifrabile per il mio sudato salario in nero.
Quella che si chiama working class...

La cosa che più mi avvince di questo mio nuovo lavoro precario (che mi sono voluta io, pour la charité) è il contatto col pubblico.
Stamane, mentre svolgevo uno stimolante compito, vale a dire trovare e afffibbiare il corretto coperchio a circa duecento coppe di metallo trasformate all'uopo in candele olezzanti, ho avuto il mio primo approccio con la clientela.

Una mondana giovane indubbiamente sottoproletaria è venuta a fare sciòpping nel nostro sciouruum con la sua amica piccola fiammiferaia .
A prescindere dal fatto che se fai sciòpping alla mattina alle dieci e mezza di un mercoledì di pioggia significa che non hai un cazzo da fare nella vita a parte spendere i soldi che il tuo maritino altolocato guadagna mandando avanti l'azienda del papi. A parte ciò dicevo, ma vi pare possibile che questa sciura poco più di trentenne dopo avere sottolineato che "no, è perchè a gennaio parte la ristrutturazione della casa in campagna e, ma tu mi capisci, con così tante stanze da riempire ho già iniziato a comprare qua e là..."e che "guarda cara, non mi ricordo quella volta che abbiamo giocato a tennis al club, ma se conosci la Titti e la Pucci allora perchè non mi fai un po' di sconto (sulla roba che ho comprato tra la merce fallata, perchè noi anche se ci crescono nelle mutande per 50 euro di sconto la diamo via)????"

No dico che dopo tutto ciò abbia la faccia tosta di chiedere la fattura su 256 euro?

Agghiaccio e detto questo svengo, che domani ho almeno altri 30 ripiani da riempire.

Viva la dittatura del proletariato!
Ma vaffanculo, dovevo nascere nobile.

Cosa rimane di me

Qualche goccia dal naso, macchie di vernice e un sonno che mi spezza.

Risulto disfatta eppure vincente dopo questo testa a testa con le pareti della mia stanza che ora vuota e assai più bianca mi riaccoglie.
Dormo su un pavimento lindo e lucido. Vorrei poter lasciare tutto così irrimediabilmente vuoto, invece mi addormento quasi davanti a al portatile che ho sulla panza e a Missipussi che è curiosa di sapere cosa ci sarà mai sotto le coperte oltre a me in mutande.

Insomma numerose novità di cui la più rilevante è che non sono ancora morta.
Spero non vi spiaccia.

Tuesday, October 11, 2005

Estratti conto

IX
(Clausola)

<< Dio mio, ma allora cos'ha
lei all'attivo?... >>

<< Io? -- [un balbettio, nefando,
non ho preso l'optalidon, mi trema la voce
di ragazzo malato] --
Io? Una disperata vitalità. >>

P.P. Pasolini

Monday, October 10, 2005

Мрія*

Ho fatto uno strano sogno sta notte mentre tu gelido accanto dormivi.
Nuotavamo sottacqua e ci tenevamo per mano.
Eravamo in mezzo ad un branco di pesci che non erano pesci, ma orsi di pezza, modello antiquato.
Guardavano quel fondo a pochi metri in cerca di tesori scavando con le zampette senza dita.
Salivamo ogni tanto a prendere fiato, ma senza alzare gli occhi, che fuori era notte.

Ora che ci penso eri buffo davvero, perchè avevi gli occhiali anche sott'acqua e di solito non si fa.

Poi mi sono svegliata infreddolita, volevo tirare su il plaid supplementare e ho scoperto che me lo avevi rubato tu.
Ho pensato "maledetto ciancione", ma poi ho coperto entrambi mantenendo una debita distanza.

Non volevo svegliarti.

*sogno

Wednesday, October 5, 2005

Dodici ore di sonno almeno


Missipussi.
La mia gatta fredda.

Tuesday, October 4, 2005

Frecce luminose

Se non vi fosse apparso chiaro www.fuoriluoghismo.blogspot.com è frutto degli scatti della sottoscritta.
Insomma sto spammando un mio blog sul mio blog.
Almeno che gli aficionados ci facciano un salto perdio!

Vado a dormire che è tardi.

Monday, October 3, 2005

Cioccolato nero con mirtilli e cialde

Poi basta il principio di un sorriso anche dall'altro capo del telefono.
Un sorriso anche per me.
Ma ora mangio almeno 30 grammi di cioccolato per non vedere quel sorriso sparire troppo in fretta.

Sunday, October 2, 2005

Perdente

Allora mi fermo, perchè fa freddo e non ho i pantaloni, ma solo un paio di boxer neri da uomo e una maglia pesante. Penso se prendere un plaid o qualcosa, perchè ho freddo. Ho un freddo di merda.

Preferisco così e non mi chiedere a cosa pensi è inutile.
Preferisco così ti prego non insistere.

Mi ricorda qualcosa.
Non so se una canzone o forse solo parole che dici troppo spesso.

Ma io non ti devo rincorrere.
No.
E io non ti devo chiedere.
No.
E poi ancora non devo piangere.
O sentirmi sola.
O frignare come una sciocca mocciosa in un angolo dell'armadio che potessi chiudermici dentro lo farei.

Non ho un minuto dei tuoi pensieri.
Dovrei smettere di regalarti i miei?

Non insisto.
Poi mi tremano le mani. E le braccia. Forse anche le caviglie. Perchè fa freddo. Perchè fa un freddo di merda.
E sono sola in questa notte.
Come ieri.
Come tre mesi fa.
Sempre sola, ma senza calma.

Non mi appendo nemmeno a un'idea.
Si allungherebbe.
E sformerebbe.
Come la mia faccia di malata in questo momento.
Come il mio sorriso montato al contrario che non sorride più.

Se mi chiederai come mai un giorno vorrei poterti dire che è giusto così.
Che sono io ad avere imparato.

Intanto fuori piove.
Piove e resta freddo.

Buona notte tu.
Buona notte a te e ai tuoi gelidi sogni.
Chè se ti amo non fa differenza.

Love is for losers

www.fuoriluoghismo.blogspot.com

Tarme nel frigorifero.

Sono andata al cinema sta sera. Se pagavi sette euro ti offrivano un lavoro come maschera, ma solo se eri dello stesso colore della tapezzeria. La tapezzeria era blu. Ho desistito, ma i sette euro se li sono tenuti. Allora ho comprato una bottiglietta d'acqua al bar dell'angolo e ho risparmiato un'euro e mezzo. Il gelato, mi son detta, quello ce l'ho anche a casa in freezer.
Il film era bello, ma mi ha fatto venire voglia di patate fritte. Ecco perchè sono andata dal porcaro di corso Mortara - me l'ha consigliato Zummo - dove per tre euro ho mangiato un panino atomico con salsiccia cipolle e funghi. Zummo è da Matteo forse ubriaco e la mamma al mare. Sono sola e dunque libera di scoreggiare a pieni polmoni dovesse rivelarsi necessario. Mi è passata la voglia di patate fritte. Anche col panino ho fatto un po' fatica. Ho un'afta in bocca grande come il Congo - quello grande. Ho un gatto che dorme sotto la lampada della scrivania. Ho un altro gatto più piccolo che dorme sul letto e non vuole prendere gli antibiotici. Questi antibiotici sanno di merda. Ne ho rotto uno con le mani e le dita hanno puzzato di veleno per due ore. Ora sento odore di liquerizia. Forse mi sono avvelenata con l'antibiotico del gatto. Ora sento odore di Cinema Bianchini via Materasso angolo Cuscini. Il frigorifero mi aspetta che mi preservo dalle rughe. Le tarme del resto mi sono sempre state simpatiche.

Thursday, September 29, 2005

Scusate ma voglio fumare.

E' assolutamente indecente il solo e semplice fatto che mi sia autoimposta di non fumare in camera mia.
Lo considero un divieto di stampo fascista, anticostituzionale e vagamente borghese.
Ma che puzza di merda produce la cicca spenta in cucina. La sento da qui. Con la porta chiusa. Anche il gatto spuzza di fumo. Anche la mia maglietta.

Parossistiche fissazioni, grazie.

Non si fuma in camera da letto.
Non si fuma prima di pranzo.
Non si fuma al cesso. L'odore di merda della sigaretta sommato all'odore della merda stessa è turpe e vergognoso.
Non si fuma quando si mangia.
Non si fuma quando io mangio.
Non si fuma quando io dormo.
Non si fuma prima di dormire perchè ci si dà fuoco.
Non si fumano le sigarette degli altri, salvo rari casi e soprattutto se di sconosciuti.
Non si fumano le mie sigarette, grazie. Io lavoro per comprarmele, fatelo anche voi.
Non si fuma davanti al computer perchè fa male alla salute, alla tastiera, al mouse. Perchè ne accendo due alla volta se non ci faccio attenzione. Soprattutto perchè il computer è in camera da letto.
Non vorrei mai fumare dopo il gelato, ma niente riesce a trattenermi. La sigaretta dopo il gelato fa schifo.
Ma.
Quando bevo il caffè ne fumo sempre tre.
Una prima.
Una durante.
Una dopo.

Ah, se ve lo state domandando non mi piace fumare dopo il sesso.
Trovo sia più interessante dormire.

Vado a svuotare il posacenere altrimenti ammattisco.

Cortesemente pietà.

Monday, September 26, 2005

Auditions


cekayu
a travers les yeux de mademoisellehuitre.
Cortesemente: perdono.

Sunday, September 25, 2005

Non pensavo fosse difficile.

Ti sei perso una faccia che nemmeno l'immagini.
Ha pieghe e risvolti e tasche e colori iridescenti.
Si schianta ogni momento per cercarsi una forma decente.
La mia frangia è spettinata.
Mi fa vomitare.
MA
Stasera credo seppellirò tutti dentro un cucchiaio di Minias.
Tu che ridi nel sonno.
La gatta che mi mangia i calzini.
Ostap che beve la vodka.
Mia mamma che lava per terra.
Trippolo dall'aria offesa.
Voi che scomparite.
Io che piango ma senza bisogno.
Il sonno che non ho.
I cerotti pieni di peli e l'odore di candeggina con cui ho lavato le tue piastrelle.
Domani libera da quest'angoscia sbriciolerò le ore.

Non sapevo di possederne uno, ma non ho mai pensato fosse difficile avere un cuore.

Friday, September 23, 2005

In scala di rapporto 1:43


Io sono una bambina minuscola.

Tuesday, September 20, 2005

La fine non è la fine

Sono tornata.
Ora dormo.

Wednesday, September 14, 2005

Ahhhhh, Paris!

Fantastico, ma domani sara` meglio.
E poi domenica a casa.

Sunday, September 11, 2005

Se non ci sei mi rimani sempre un poco, sai.

Anche oggi senza pioggia dagli occhi.

Thursday, September 8, 2005

Ritmo cardiaco in un giorno di profondo crack

Ricordami che da qualche parte devo pur avere un sacchetto di sangue di riserva nel caso questo finisse.
Che non si sa mai cosa puo` farti la vita quando non porti la canottiera come ti ha sempre detto la mamma.
Come non te l`ha mai detto?
Ma non dire idiozie, che ogni mamma ha l`ossessione per le canottiere di lana. Dicono tutte che hanno salvato piu` vite quelle che tante pistole.
Cosa?
Si certo hai ragione. Sara` bene prendere anche ago e filo e un mazzo di carte da poker. Il viaggio e` molto lungo e con le carte ci si fanno sempre calde coperte e poderosi cuscini anti traballamento di cranio.
D`accordo, d`accordo.
Ma l`hai preso sto sangue alla fine? Corri su, prima che lo yogurt mi salga alla testa e tutto prenda la forma di un prosciutto in prossima decomposizione.
Sta sera finiamo di preparare i bagagli.
Tra poco si parte.
Ciao ciao! Saluta i bambini!



Voglio ancora qualche giorno senza pensare al ritorno.

Tuesday, August 30, 2005

ні є ма світло - Non c`e` luce.

La notte mi regala strani incontri con statue e memoriali che si abbattono sul cielo.
Tra piastrelle allineate sbatto il muso nel passato.
Son contenta e senza peso.
Fa caldo, addirittura.
A domani, ciao. Non c`e` problema.
Ormai e` un andare a braccetto con vecchie poesie.
Affascinanti, ma trascorse.

Queste strade senza luce mi riservano inaspettate scoperte.
Tra queste c`e` la voglia di tenerti per mano.
(Oh, mio) inusitato presente.

" Mentre le stelle ci stanno a guardare "...

Перепрощу але я тебе ні розумію*

Oggi a Lutzk c`e` il sole. Ho i capelli bagnati e tutti i vestiti sporchi.
Sono costretta in calzoncini e maglietta dei Raein per impossibilita` ad altro abbigliamento.

Ho viaggiato su un autobus Iveco icarus per una strada buia e ricca di insidie, accompagnata da un`agghiacciante colonna sonora in lingua ucraina.
Che uno poi si domanda come sia possibile che siano passati da Tchaikovskij a Ruslana...

Lviv, dove sono stata 4 giorni, e` una citta` spettacolare degna di Parigi o Bruges. Peccato che il prode Krushiov abbia inquinato il paesaggio coi suoi menhir di cemento armato.
A Lviv ho dormito nella stanza studentesca della moglie di Tibery. L`accademia fornisce per l`equivalente di 20 euro ogni sei mesi una camera da due in un gigantesco palazzo infestato di scarafaggi ad ogni avente diritto.
Non c`e` doccia, non c`e` riscaldamento, qualche volta non c`e` luce, ma il luogo ha un suo fascino. Le condizioni medievali dei cessi sono un modesto prezzo da pagare per l`istruzione garantita.

Venerdi` conto di andare a Kiev un paio di giorni, giusto per non dover continuare a dire di essere stata soltanto all`aereoporto.
Ancora due settimane qui poi Varsavia e infine Parigi. Infine Zummo (e arrossisco vagamente nel dirlo).

Niente foto per il momento, ma conto di avere una connessione internet a portata di mano nei prossimi giorni, magari qualcosa ci scappa.

Pa-pa moi druzi
H.


*Chiedo scusa, ma non ti capisco.

Thursday, August 11, 2005

Numeri Ucraini

Non so quanto possa interessarvi, ma il mio cellulare italiano e` spento.
E` invece attivo un numero ucraino su cui se volete potete chiamarmi.
Questo: +38 066 6277532

Qui ci sono 16 gradi, il sole un po` va un po` viene, ma le prospettive sono buone: e` molto probabile che prima di tornare in italia io abbia finalmente imparato a dire tre parole in croce in ucraino.
Questo e` sufficiente!

Pulce: vedro` cosa posso fare con le foto, per il momento non ne ho ancora fatte.
La tastiera del mio amico Ostap e` abbastanza ergonomica e mi manca un po` il gatto. Sopravvivero` credo!

A presto

Huitre

Monday, August 8, 2005

Oi Oi Oi Budapest Oi Oi Oi

Dico cazzate, lo so.
Nemmanco ventiquattrore ed eccomi qui. Digito da una marveilleuse magione ungherese appartenente allo zio magyaro di un amico di un mio amico ucraino (e avanti cosi` fino alla quarta generazione).
Lo zio in questione e` il perfetto prototipo della casalinga meridionale fattosi uomo e spostatosi ad est.
Dal mio arrivo non ha fatto altro che rassettare, pulire, lucidare, comporre vasi di fiori e via dicendo.
Sono entrata nel cesso (qui la separazione delle funzioni ablutorie e` netta - belletti in una stanza, scoregge nell`altra) e vi ho trovato un avvenente tappetino con delfini che saltano felici per non parlare delle essenze alla lavanda e delle saponette al sapor di mirtilli.
O lo zio in questione vuole vincere il premio massaia 2005 o le sue attitudini sessuali nella vita sono tutt`altro che straight. Non che la cosa mi turbi. Il suo dubbio gusto da Asta del Mobile un po` di piu`...

Sono partita esattamente 8 ore fa da Torino e ho di fronte ancora 4 ore di macchina e non so che altro.
Con un`ora e venti di sonno alle spalle non credo sopravvivero` ancora a lungo prima di picchiare in terra e svenire.
Ho raggiunto Orio al Serio per miracolo divino facendo l`ultimo tratto (quello agibile) della Torino Milano ai 140 sparati con mia madre che si aggrappava alla maniglia della portiera mugolando un <> ogni volta che qualcuno si immetteva sulla corsia a sinistra.
Dal nervoso mi sono mangiata il lavoro del mio dentista.

Anyway sono sana e satolla nella repubblica magyara.
Ora mi auguro che i lor signori si decidano ad indirizzarsi verso la mia amata ucraina di modo che io possa finalmente stendermi su un letto e morire felice.

Posso ritenermi soddisfatta dall`aver appena compilato uno dei post piu` penosi degli ultimi sei mesi.
Che il vostro sporco dio cattolico vi benedica.

Відпустка anche note come Канікули

Sono in vacanza.
Sto per andare a dormire due ore per poi guidare fino a Bergamo, prendere un aereo traballante e talmente low cost da non tentare nemmeno l'ammaraggio (probabile che precipiti di punta) fino a Budapest, riconoscere l'amico di Tiberij che mi verrà a prendere all'aereoporto probabilmente già sbronzo alle nove e trenta del mattino, recarmi nell'ameno paesino di Muchachevo- confine tra Ucraina Ungheria e Slovacchia per poi perdermi tra le steppe Bolsceviche fino al 12 di settembre.
Probabile che venga scambiata per un orso e rapita dai bracconieri.
Se ciò non accadrà il 12settembre sarò a Varsavia per 36 ore di puro turismo do it yourself punk hardcore e per prendere nuovamente un diroccato aereo alla voltta di parigi.
Lì randel-vouz con il compare Zummo che non vedrò da 6 settimane. Vomitevolmente romantico.
Qui vi saluto e qui vi ossequio.
Non so come quando e con quale cricetosa connessione riuscirò ad aggiornarmi - ammesso che ne abbia voglia - ad ogni modo controllerò la mail.
Porterò per souvenir a tutti un pelo del baffo di Stalin che vi dovrete onestamente spartire.
Buona notte

Ostrica Sig.na Nana

Wednesday, August 3, 2005

ACREDINE

PUM PUM PUM!

ps: some rights are reserved - to me.

Monday, August 1, 2005

Verde chiarore notturno


Ieri notte guidavo verso casa.
C'era Beethoven e un po' di traffico sull'Aurelia.
Mentre facevo curve veloci fumavo una malboro e pensavo di sbieco alla tua bocca.

Intanto
fuori
fuochi d'artificio.

Friday, July 29, 2005

Ballade pour un adieu passager - il va, nous restons

Vuoi vedermi parlare di te?
Appoggiata ad un muro in pietà con un'occhiaia soltanto.
Mentre coi denti mi spelo il mignolo dai suoi cento strati vinilici, uno ad uno come si fa coi carciofi.
Mentre con la lingua traccio il solco all'interno del braccio per colmarlo sottile col tuo gomito.
Vedermi seduta su una panca di meliga pregna, zuppa come una tazza di latte, in contemplazione della tua prossima assenza.
Magari mentre provo a dare un tono pervinca alle vene con il rullo scarico che ha dipinto la sedia in terrazzo. Oppure sbiadita al sole con la bocca a baciar la parete.

Una tua presenza come mille battiti d'occhio. Mi addormentano tra uno e l'altro.
Tonfo flemmatico e lungo di palpito.
Poi silenzio.
Un tonk.
Un punf.
Un tuff.

Un chicchirichi.
È tempo.
È ora.
È pronto.

Ciao amore ciao.

No. No. No.
NO.

Guarda bene.
Scintille. Fumo.
Salsa piccante.
Urtica il mento fattosi noce dal pianto.

E mi vedrai triste, parlare di te stropicciata, cenciosa, verde serpentina, metamorfica, basaltica, preistorica.
Non mancar di salutare il mio cuore fossile prima del salto.

Mio l'asse senza centro, senza rivoluzione.
Cento battiti. Cento sorsi. Mille note.

Uno.
Sei tu.

Gli altri.
Sempre tu.

L'ultimo.
Resto io.

Ciao amore ciao.

Wednesday, July 27, 2005

Bang bang!

In chiosa mi domando quale che sia la necessità di commentare banalmente i fatti mondiali, foss'anche con un "I got no words".
Per la serie "se non c'è nulla da dire perchè non tacere?".
Lapalissiane precisazioni per un sentire comune in saldo da discount.

Stomachevole.

Infine.
Mostro la chiostra dei denti e digrigno.
Finalità raggiunte.

Un *NO* per me.
Un *NO* per te.

E un WHO CARES per tutti gli altri.

...

Avviso per i proprietari di blog:
scrivete pure e in abbondanza di come risulta divina la minestra che vi cucina vostra nonna o di come il vostro ragazzo non sappia praticare la fellatio ma vi prego - VI PREGO - risparmiateci i commenti del menga sulla politica internazionale.

Chewing ice with faked pineapple

Delle settecento cose che potevo diventare mi sono rimasti due strass e uno scatolino con sette chicchi di riso.
Vorrei barattarli con un vestito da Arlecchino da indossare il giorno del mio matrimonio.

Per quel giorno vorrei una pelle splendida.

Mi ha detto sto bene con te.
Ho inghiottito il cucchiaio con la medicina incurante del fatto che il mio stomaco non è solito digerire l'acciaio, soprattutto mescolato con le relazioni umane.
Forse per lui è lo stesso.
Per questo ne parlo.
Mi stanno a cuore i suoi occhi e la sua pancia rotonda.
Mi stanno a cuore i suoi nei.

Per questo disattendo la regola e accantono la gelosia per le cose che amo.
Perché spero che legga e si riconosca.

L'inaspettato brillio che confonde i miei sogni.

Ho fatto il bagno in una vasca piena di granturco e ho sognato di comprare in rete un bambino che gli assomigli al 100% per 15 dollari e 99 centesimi.
Era inclusa nel prezzo l'avvenieristica opzione di scegliere lineamenti e QI.

Non posso farmi sfuggire questa occasione.
È l'unica che ho.
L'unica che voglio.

So che vi sembrerà strano vedermi china sul mio ombelico guardare di sbieco un suo dito che suona.
Sghimbescia e paffuta sulla via del pendio.
Ma amo accogliere in seno le sue staffilate e mi tempra lo spirito vedermi così, nuda senza nemmeno le unghie.

Ricordo di avere nascosto un angolo d'anima sotto un mattone, come una pistola che non spara dietro un mucchietto di terra e di muschio, vicino ai nidi di ragno.
Se ci torno chissà se lo trovo esente da muffe e licheni.


Oggi mastico ghiaccio con ananas finto.
Stride sotto i denti ma mi riempie cuore e polmoni.
Così tu.

Thursday, July 21, 2005

Mela Z

Ecco io odio le giornate così.
Quelle in cui hai fatto una fatica boia ad alzarti, sei ancora tutto rincoglionito, arrivi al lavoro in ritardo col fiatone e centoventi sorpassi pericolosi sulla coscienza e scopri che il capo non c'è, che non hai un cazzo da fare e che non ha nemmeno lasciato consegne.

Non ha senso.

Potevo restamene a casa a dormire. farmi una doccia. leggermi un libro.

Potevo andare al parco con zummo a prendere il sole.
O convincere mia madre a smettere di fumare le mie sigarette.

Invece gli unici due grandi risultati della giornata sono stati appurare che mi hanno dato 75 euro in meno di stipendio che mi rifonderanno mezzo rimborso benzina (immagino in bottiglie da un 75 cc) e comprarmi una stupida cintura rosa glitter della ethnies che farà il mio orgoglio ai concerti emo dei prossimi 12 anni.
Ah si, ho anche parlato via messenger con quella che è stata la mia migliore amica per 7 anni che non sentivo da almeno 6 mesi e ho la netta sensazione che ne passeranno altri sei senza nemmeno un buon natale.
Mica male.

Oggi è il compleanno del Signor Simpatichino di Sto Cazzo.
Per l'occasione ha indossato le mie scarpe preferite.
Quelle della Tacchini ziglinate color palle-di-toro.

Lui non sa di provocarmi inusitati dolori addominali ogni volta che il suo delicato piedino di culturista si infila in quegli obrobri tennistici.
Lui non sa che tutte le allegre famigliole di Escherichia coli che abitano i miei intestini si lanciano come kamikaze contro le pareti del retto tentando di porre fine alle loro inutili vite laddove permesso a qualcuno di abbigliarsi così.
O forse lo sa.
Anzi di sicuro lo sa, perchè lo scopo primario della sua vita è ammorbare il pianeta e, mi dispiace ammetterlo, ci riesce benissimo.

Ammetto che mi mancherà il S.S.d.S.C.
Soprattutto perchè non avrò mai occasione di scoprire se davvero porta gli slip coi disegni geometrici o se preferisce i boxer con gli elefantini.

Ma volendo dare più spazio a fatti di maggior rilevanza, hanno messo altre 4 bombe a londra, gesù cristo è morto e poi è risorto - almeno così dicono, hanno sgomberato il Fenix e arrestato altre sette persone a Torino e per concludere ieri sera due pazzi su una jeep militare hanno tentato di porre fine ai miei giorni buttandomi giù dalla vespa con una spinta.

Bella che è la vita metropolitana!
Come diceva il maestro Toto Cutugno: "voglio andare a vivere in campagna"

ahaaaah
ahaaaaaah...

Wednesday, July 20, 2005

Autistiche note

Questo è il vago scoprire come e quanto non mi va di parlare se c'è qualcosa a inzupparmi la testa.

Sunday, July 17, 2005

Monday, July 11, 2005

Pensiero languido trasversale

Siamo rientrati vivi.
Con dieci dita e due orecchie.
Due mani e un cuore che batte.

Ho la pancia al contrario.

Due manette mi legano i polsi al collo
mentre conto i momenti trascorsi
seduta su quel saccoapelo celeste
che ho chiamato rancore.

Ho lasciato che attraversasse la steppa
e ora eccolo zuppo che canta in un angolo
ballate per qualche moneta.

Proteggere le orecchie da un suono che disarma le reni,
il mio canto è fradicio ormai e nessun filtro che svermini.
Tu non farne menzione
e lascia che il riverbero torni a bussare silente
sulla soglia dei tuoi sonni notturni -
quelli che fatichi a trovare.

A sentirlo altre sei sette volte ti rimarrà nella testa
la differenza che c'è
tra me e lo starmi a guardare.

Ovviamente mi aspetto una pioggia.

Thursday, July 7, 2005

I come Intolleranza

Per chi:
- crede di sapere cosa è meglio per noi
- prende decisioni sbagliate in base solo ai propri desideri (e ai propri vantaggi)
- pretende che le sue colossali bugie vengano credute d'amblè senza uno straccio di infiocchettamento
- non ha nemmeno i coglioni per dire: non sentiamoci più (in generale e nello specifico)
- pensa che gli altri sono uguali ma che non meritano rispetto
- non risponde al telefono quando chiami
- non sa dare una spiegazione a nessuna delle sue azioni
- fa qualsiasi cosa che leda la libertà altrui

solo Morte e Devastazione.

E' quello che meriti, è quello che meritate, è quello che meritiamo.

Tuesday, July 5, 2005

Suicide Medicine

a brain that never stops ticking / sometimes an on-off switch would sure come in handy / a mind that's constantly cutting up and dissecting / looking for answers committing murders along the way


is it the red wire or the blue wire / just pick one and cut / it just doesn't matter anymore / or did it ever / cause I could never control when the bomb would explode / oh god I love you / I mean forever / I left my body behind to break the news / looks like it's over / please remember all of the things I never got a chance to say / like you look smashing in your fourth grade picture the one that we hung by the door / in our house that was so beautiful / there in our little home


if this medication upsets your stomach / take it with crackers bread or a small meal / we understand it won't do shit towards the cure / but if you buy this I promise you're gonna like the way it makes you feel


is it the red wire or the blue wire / just pick one and cut / it just doesn't matter anymore / or did it ever / cause I could never control when the bomb would explode / oh god I love you / I mean forever / I left my body behind to break the news / looks like it's over / please remember all of the things I never got a chance to say / like you look smashing in your fourth grade picture the one that we hung by the door / in our house that was so beautiful / there in our little home

Saturday, July 2, 2005

Fade it out again

Questa bulimia questa bulimia questa bulimia questa bulimia.

I HAVE NO FRIENDS AND I AM UGLY


wallpaper
a travers les yeux de mademoisellehuitre.
Sfattume post pugna.
Moritura vobis salutat.

Sono pattume vivente, ma ho sfoggiato la schiena tutta la sera ed è stato divertente vedere facce stranite sgrondolare le pupille appannate dietro alla mia bianca e tatuata pelle che sgommava in vespa.

Mi sono infronzolita per una festa pettinata fuori città. Villone con piscina e prato spazzolato a mano. Gente troppo piemontese e nemmeno la consolatio alcolica.

PACCO.

Ieri sono stata con Kaneda a vedere Aphex Twin che suonava gratis sotto casa mia - e non è una battuta.
Sono praticamente scesa in ciabatte.
Avrei un sacco di cose da dire sul concerto e su tutta la Torino che conta che non conta che vorrebbe contare ma non può che potrebbe contare ma non gliene frega un cazzo e via discorrendo, ma la testa mi rimbomba e ho appena ricevuto un invito a continuare la serata alcolica degli altri.
Peccato siano le quattro del mattino e io indossi di già una maglietta con dei gatti e un paio di boxer porsche.

L'avvenenza in certi casi è la prima cosa.

Per rilassarmi disegno tapezzerie.
Questo vi dia dimensione del mio minuscolo essere.

Da grande mi comprerò un grattacielo solo per poter scrivere illuminando le finestre il titolo di questo post.

NON HO AMICI E SONO BRUTTA
NON HO AMICI E SONO BRUTTA
NON HO AMICI E SONO BRUTTA
NON HO AMICI E SONO BRUTTA

Mica cazzi fratelli.

Wednesday, June 29, 2005

A good reason to resist ovvero "politicamente scorretti oi oi oi!"

Sabato 2 luglio
h. 15,00
Stazione Torino Porta Susa

CORTEO ANTIFASCISTA contro:

gli accoltellamenti fascisti al Barrocchio
l'aggressione sbirresca del corteo antifascista del 18/6
i mandanti del potere
la canea mediatica
la montatura giudiziaria
Gesù Cristo morto in croce
Le mamme di tutti i fidanzati
I negozianti maleducati
Le scarpe Pvada - bvutte ma costose
I brufoli del sabato sera
Quelli come me che si prendono sul serio solo a metà
PER LA LIBERAZIONE IMMEDIATA DI SILVIO E MASSIMILIANO
LIBERI TUTTI (questo pedavero)

Cerco qualcuno che voglia venire a prendere eventuali botte con me.

Sottoscrizioni qui sotto

Monday, June 27, 2005

Survival is for cowards

Dal mio rientro a Torino non ho un pensiero felice.
A dire la verità non ho proprio un pensiero.

Ho scoperto che il sole non serve se porti sempre lenti cieche.
Nemmeno dormire 12 ore serve se quando ti svegli stai ancora morendo.
Invece morire troppe volte in un giorno serve solo a morire più in fretta.

Sopravvivere è una cosa per i pusillanimi, i codardi e per le piante grasse.

Buona notte al secchio.

Monday, June 20, 2005

And I don’t even care how she died...But I like it better if she smells of formaldehyde!

Ho vinto un bastimento carico di pensieri malconci.
Mi hanno detto che me lo recapiteranno a casa in maniera assolutamente gratuita.

I sandali non hanno mai fatto per me e quanto rimpiango quel confortevole paio di Marten's 14 buchi, così caldo ma così poco sudato.
Le piante dei miei piedi stanno implorando pietà da quando nella pausa pranzo ho camminato per 4 chilometri. Nel tragitto ho valutato l'ipotesi di scrivere un dotto trattato sulla stracciatella.
Ho anche incontrato un tipo con la maglietta degli Zetazeroalfa. Devo aver provato a guardarlo male, ma tra occhiali da sole e sandali e mollette a forma di orso rosso con cui tengo le basette sporche appiccicate alla testa non deve essersi reso conto dell'aria pericolosamente cagnesca che cercavo di impartire al mio musetto pallido.

Nel complesso faccio abbastanza schifo.
Si ma a questo sono abituata.
Quindi in sostanza niente di nuovo.

Ieri sera sono stata seduta un po' davanti a palazzo nuovo con una mia giovine amica.
Ho scambiato zuccherosi messaggini con la mia *Stella*.
Lei trova i tramonti commoventi.
Io li trovo sonnolenti.

Ho fumato centoventi Malboro®.
Cerco di accelerare un processo irreversibile.
Nei libri di scuola la chiamano morte.
Nella bibbia rendere l'anima a Dio®.
Nei testi di anatomia patologica decesso.
Io preferisco usare il verbo crepare.

Vedi:
Schioppare. Spirare. Soccombere. Andare al Creatore. Perire. Schiattare. Defungere. Estinguersi. Finire. Terminare.

Crepare.

Al suono di questa parola così tonda e meravigliosamente secca penso sempre a una crepa che zac zac zac mi parte da in mezzo alla fronte e mi divide in due metà che rovinano a terra frantumandosi come terraglia scadente.

É proprio così che giubilante mi incrino.

Sappiate che sono di ottimo umore.
É bene che lo sappiate perchè non voglio che prendiate troppo sul serio le mie velleità mortifere.
Si tratta di aspirazioni inattuabili.
Ho troppo timore delle ripercussioni paradisiache/purganti e/o infernali.
Di spiedi da rosticcere piantati nel culo ne ho in sovrabbondanza in questa vita senza dovermi preoccupare di divellerne altri nell'aldilà.

Sto ascoltando un gaio disco dei Casket lottery.
Ho comprato un libro un po' anarchico, un po' insurrezionalista e un po' stronzo.

Questo pomeriggio lo trascorrerò nullafacente e lieta grattandomi distratta la nuca oppure rosicchiandomi pellicine.
Poi a casa mi farò un pediluvio e familiarizzerò con qualche bacherozzo cittadino chè di recente ho scoperto affinità tra loro e me.
Ci accomunano le zampe molteplici. Gli angoli bui. L'aria lucida/traslucida. La sconveniente abitudine di nutrirsi suggendo il peggio degli altri.

Sabato sera ho accompagnato due bacherozzi a casa in vespa. Meschini, con quelle sei secche zampette avrebbero impiegato un'eternità a raggiungere la loro umida intercapedine.
Non sapete quanto mi è dispiaciuto sta mattina trovarne uno a pancia all'aria proprio a pochi centrimetri dalla ruota anteriore di Gelinda.
Con delicatezza ho circumnavigato la salma sperando che almeno le formiche, leggendarie affossatrici, venissero a svuotarne il carapace.

Pensavo.
Ho infiniti criteri comunicativi.
Illimitate possibilità di dedicarmi a onanismi intellettuali con le tare genetiche altrui.
Non che questo faccia di me un'essere migliore.

Per esempio trovo entusiasmante indovinare le falle nei bastioni degli altri.
Muri cedevoli, piglie mal fatte, olii troppo tiepidi, frecce spuntate.
É elettrizzante come le loro tare siano le stesse identiche mie, solo di poco difformi.

Le sofferenze sono tutte uguali, da qualunque versante le guardi.
Una collinetta di merda con in cima una bandiera di resa.
Magari fatta con un vecchio paio di mutande sbrindellate.

Ieri notte ho parlato con Davide e si sentivano le rane.
L'ultima volta che ci siamo visti eravamo in una pineta e c'erano un mucchio di civette.
Una mi è anche venuta vicino.
Questa bucolica armonia con la natura nei nostri incontri è persino toccante.
Mi aiuta a sviare i commenti imbarazzanti che fa.

Tu cambi argomento.

Lo so.

Perchè?

Odio le cose preordinate.

E poi?
E poi ho metastasi di cervello anche lì.

A questo punto farò altro.
Andrò in bagno a fare pipì. Leggerò il giornale per la terza volta. Farò finta di lavorare. Imparerò come si stila un 730. Mi scaccolerò e attaccherò palle di muco alla schiena del signor Simpatichino di Sto Cazzo che oggi indossa le mie scarpe preferite. Farò finta che le avventure amorose degli altri in qualche modo mi interessino. Mi lambiccherò sul perchè e sul percome di tutto. Andrò a comprarmi un cellulare nuovo solo perchè costa poco.

Qualcosa del genere.

E poi tranquilli,
che per crepare c'è sempre tempo.

Saturday, June 18, 2005

Olio esausto

Ho la mente in affanno.
Forse ho esagerato. Vi ho chiesto troppo.
Sono stata spinosa.
Non capisco proprio in che tasca ho nascosto il traduttore. Nemmeno voi ci arrivate.
Allora chiedo scusa e ritorno nel mio buco.
Vi voglio bene e un po' vi invidio, per il piacere del silenzio che io trasformo in nervosismo.
Magari oggi sarò io a scappare a gambe levate.
Dai miei pensieri che si affollano e mi intasano e da sentimenti che non so più controllare.

Così sia.

Come un cane randagio sotto una pioggia di sputi.
Domani chissà.

Friday, June 17, 2005

Forbici che tagliano nasi*

In piazza Bodoni su una panchina a guardare una statua coperta da un telo.
Le cose che hai scritto.
Me le tengo per pranzo, mi sono detta.
Graffettate per bene.
Pulite.
Solo fronte.
E una stilo nera per disegnare sui bordi.
Ma non ho disegnato.
Ho finito il gelato.
Il gelato era alla stracciatella.
Io trovo rifugio nelle cose.
Come scoprire un pezzo di cioccolato più grosso degli altri.
Come il fondo del cono un po' sciolto.
O le panchine da cui si stacca lo smalto.
Mi inteneriscono.
Le pagine orizzontali.
Io le preferisco verticali.
Longilinee.
Scommetto che anche tu.

Ci ho messo venti minuti.
A leggere tutto.
Senza contare che due ciampornie alla mia destra tentavano di distrarmi con un inutile chiacchiericcio.
Poi tornando al lavoro avevo la testa piena.
Ed ero triste triste triste.
Con un fiume di cose che avrei voluto registrare e che mi scivolavano dalle mani.
Qualche volta l'ho fatto.
Registrarmi per coprire grandi distanze.
La bocca è troppo lenta.
Non funziona mai come dovrebbe.

Pensavo cose buffe.
Tipo come sarebbe alzarsi una mattina e scoprire che la Vespa ha cambiato colore durante la notte.
Che l'erba fa male all'amore, ma anche l'assenza di erba non aiuta.
Te lo dice un'esperta.
Alle bolle di sapone che regolarmente mi scoppiano in faccia.
Che hanno l'odore acre del detersivo per i piatti.

Poi ad amare la gente.
Che forse è il caso che la smetta.
Che "a volte ritornano" ma sempre quando non te ne frega più un cazzo.
Che forse non mi so spiegare.
Che ho metastasi di cervello dappertutto.
Nel cuore, nel fegato e nei bronchi.

Allora mi è venuta in mente una bambina alla finestra che guarda fuori.
E fuori piove.
E la volevo disegnare.
Volevo aggiungere una vignetta dove lei guarda il cielo come se fosse un soffitto.
Una vignetta dove c'era vento.
Ma io non so come disegnare il vento.

Oggi c'è il sole e fa caldo.

Vita di legno.
La mia la limo con la mia pelle di cartavetro.
Il ripieno lo faccio con pece e chiodi.
Per quanto mi impegni non riesco mai ad essere arida come vorrei.

Forse per questo sulla via del ritorno le mie basette divergenti si gonfiavano e si afflosciavano.
Su e giù.
Su e giù.
Su e giù.

Ho sentito i Casket Lottery per non dimenticarmi dei pensieri.
Adesso te li scrivo.
Come giusto ed equo scambio.

Legno avrà una copertina di cartone.
Lo vorrei chiudere con dei bulloni. O delle viti lunghe e taglienti.
E poi giusto per gli amici fare un supporto sonoro.
Anche rutti e scorregge o lo sferragliare del tram.

Una cosa ancora.
E spero tu risponda.
Quando hai scritto queste cose?

Tanti popcorn per te e per Pringle.


*Ho incollato qui questa mail perchè sono molto io, trovo.

Monday, June 13, 2005

L'ermeneutica dei testi che mi scrivo(no) sulle mani: X

Ovvero Ferrara Trema e io spacco tutto!

Venerdì, dopo un'inutile giornata lavorativa che seguiva un'inutile nottata protosessuale, mi sono imbarcata su un torrido treno alla volta di Forlì, dove sono giunta intontita come un crotalo tonto e smaniosa di espletare le mie funzioni fisiologiche.
Qui potrei agganciarmi con una filippica su come i treni italiani siano disgustosamente infestati dalla sporcizia, da rumorose puttane nere e da ubriaconi che sboccano nei cessi, ma non lo farò. Non perchè io sia animata da spirito cattolico conciliante, perchè se avete mai preso anche solo un Torino Milano avete ben chiaro di cosa sto parlando.
A non aspettarmi alla stazione di Forlì (è arrivato un quarto d'ora dopo con aria vagamente colpevole) Marco, il mio amico "orsoso". Egli milita nei Raein, gruppo emoviolence forlivese che la sottoscritta apprezza parecchio, in veste di chitarrista/compositore/facchino. Al tavolo della sua cucina abbiamo discusso di come i celebri biscotti "Digestive" per quanto Vegan possano fare schifo, fumato una paglia - il che fa di noi due ragazzi davvero poco straight edge, infine ci siamo svaccati per un breve sonno ristoratore.

Sabato mattina assai poco ristorati siamo partiti alla volta della sala prove di Cebio (La Quiete). La suddetta sala prove è ubicata al primo piano di un fienile dall'aria quantomeno abusiva, ma molto bucolica. Vista su alberi di ciliegio e vasca d'acqua piovana con annessi pesci rossi. Immagino sia probabile che ai piedi dei ciliegi qualche lisca ormai corrosa dal sole possa testimoniare dei bei tempi dell'annaffiatura...
I suddetto fienile è anche un deposito di rumenta. Si possono scorgere chilometri di fili, neon dismessi, vecchie scenografie in cartone, biciclette in buono e in cattivo stato. Cose da vita di campagna che noi cittadini da monolocale non possiamo comprendere.
Alessio è in ritardo. Nell'attesa i ragazzi compongono settemila spillette - alla fine mi guadagno un posto in prima fila e mi godo un'intera preview del concerto. Volete mettere? Acustica pefffetta only for intimates.
Assisto i gggiovani mentre fanno calare una cassa da 100 chili giù per una spaventosa e rugginosa scaletta che dà l'idea di potersi piegare come stagnola da un momento all'altro. Le macchine vengono caricate e si va alla ricerca di una pizza con cui riempire le affamate panze.

La pizza fa davvero cagare, ma a Forlì il sabato a pranzo questo è l'unico posto aperto. Pregevole vezzo della pizzeria è un video gioco "jumbosafari" dove lo scopo è ammazzare quanti più animali puoi a colpi di fucilazza. Educate i bambini ad ammazzare le bestie con quanta più ferocia possibile. Paga sempre...
Con peperoni e melanzane turisti dei nostri stomaci partiamo alla volta di Ferrara in un onestissimo ritardo. La strada fa cagare. Majirelle ci aspetta all'imbocco della statale. Poi via sotto il sole per questi 80 calorosi chilometri.


Viva Ferrara coi suoi platani e i suoi pioppi!
Tempo trenta secondi e ho già l'allergia, ma chissene frega, noi siamo penx, mica femminucce!
Il Daz è un posto relativamente figo, grosso spazio davanti, vicino a un parco, bagni accessibili. Smontiamo. I Tragedy of a better tomorrow sono già pronti. Finalmente incontro Luca (il cantante/chitarrista), indossa un'avvenentissima maglietta dell'arciragazzi che persino io mi vergognerei a mettere.
Suonano quasi subito. Perchè siamo penx noi, mica delle rock stars e se il concerto comincia alle tre e mezza allora alle quattro si suona.

L'affluenza è ancora scarsa.
I Tragedy fanno del loro meglio per tappare le falle sistemiche dell'impianto, ma lo stanzone rimbomba e rintrona.
Al turno dei Raein qualcuno in più è arrivato. Loro sudano e picchiano duro nell'assolata pianura.
Io bisso e me la rido.

Questa condizione festosa mi è nuova. Sono abituata alle gelide atmosfere torinesi della serie scusi madamin. Talmente abituata che ai concerti non ci vado più...
Mentre si attendono i Comrades e suona Majirelle fraternizzo con i fanciulli all'ingresso, Nicola - l'organizzatore - ha una faringite che presto lo costringerà ad mutismo da crotalo a cui hanno tagliato la lingua. Sulla cassa - una scatola per floppy - c'è un biglietto scritto "niente Hot Gossip" e non si capisce se faccia riferimento al gruppo o all'espressa volontà di non diffondere i cazzi altrui...

I Comrades hanno un bel tiro, il batterista (migliorato) incredibile a dirsi suona scalzo. Purtroppo (!) per loro le mie orecchie ingentilite da Prokofiev non reggono il grind per più di cinque minuti. Esco fuori e Marco mi introduce Pilipella, il batterista dei FBYC.
Pilipella sembra il mio fratello mod. Ha delle graziose basette e la frangiona. Discorriamo per un tempo quasi interminabile di Torino, delle sue storiche simpatie locali e di grafica.

Più tardi vengo introdotta anche ad altri elementi del gruppo. Marchetti (basso) biascica una pasta alla nutella e si scusa per avere la bocca così indecentemente piena, poi mi offre un pezzo di croissant masticato. Iacopo (voce) fa il suo ingresso informandosi sulle condizioni dei bagni e delle salviette umidificate da culo per via - e cito testualmente - di "una cagata lunga come un treno".

Comincia la distribuzione della pizza e della pasta (che io manco in pieno). Iacopo e Marco assistono ai postumi di una mia telefonata a uno degli uomini più sfigati del mondo. Anche qui cito testualmente:
M- Che è successo?
N- Niente, sono circondata da uomini idioti. Una persona che non conta un cazzo si è appena fatta una parte a culo.
I- Roba di scopate?
N- Ma guarda, nemmeno.
I- Ma se non conta niente che ti incazzi a fare?
N- Infatti tra dieci minuti mi passa.
Cfr. "Sai che c'è?"

La conversazione procede vivace. Dopo una partita alcolica a calcetto si parte in missione caffè. Io (unico elemento femminile), Iacopo, Rella, Marino e un 66% dei Dummo ci avventuriamo per Ferrara alla ricerca di quella dose di caffeina di cui nessuno in Italia sa fare a meno. Naufraghiamo infine dopo mille leghe percorse da Mario, allegro barista che mi fa pagare 90 centesimi un caffè (90 centesimi??? e che ha di speciale per costare 10 centesimi in più che nel resto d'Italia??). Impagabile però la pipì che stacco nel lindo bagno del locale.
Usciamo tutti di lì con l'idea che Mario ce l'abbia buttata bene bene nel ciocco.
Mentre percorriamo a ritroso quelle mille miglia marittime Iacopo ha la pensata di disegnarmi una X gigantesca sulla mano col pennarello nero. "Io non sono straight edge" gli dico stabaccando una paglia, ma lui è già lanciato nel progetto di una fanza che vuol chiamare "legno"e forse nemmeno mi sente.

Mentre suonano i Summer League l'allegra combriccola fa una scoperta epocale. In mezzo al parco c'è uno skilift per bambini. Scatta il lancio folle dell'ubriaco. In piedi, seduto, andata e ritorno. Anche io sono costretta a dare prova di essere un "vero uomo" e salto nel vento, colla lacrimona all'occhio e le gambine ben tese.

Quando arriviamo i Lady tornado stanno dando aria alle corde. Io che speravo di evitarmi Violetta Bauregarde vengo tristemente disillusa.
Per amor di pace e di viver civile non mi dilungherò in inutili commenti sulla qualità del prodotto da costei confezionato. Mi limiterò a dire che per parcondicio ho assistito a dieci minuti di performance e sono uscita in cortile a godermi un po' di quella superba techno da soundsystem technorevelladelcazzo. La scelta è stata premiata con dieci tra i più divertenti minuti dell'intera giornata, che hanno visto Andrea (Raein), Silvia, la sottoscritta e Bumba simulare balli da tamarri e stigmatizzare che "le mani sopra la testa sono decisamente OUT".
Marco sostiene che "ballavamo come degli scemi", ma continuo a trovarlo assai IN.

I Kafka spaccano il culo.
Credetemi!
Era da un po' che volevo rivederli, soprattutto dopo gli entusiastici report di Stellina. Difatti la performance paga. Peccato per il pazzo californiano che piglia a calci l'aria, piroetta e mulinella cazzotti. Silvia ed io sembriamo il ritratto di due sardine impaurite attacchinate al muro. La ragazza a fianco a me mi stacca diritta in faccia un'alitata al profumo di vomito fresco che a momenti mi sdraia, lasciandomi in balia delle violenze hc del pazzo.

Infine si è fatto tardi e fa parecchio freschetto. Si caricano le macchine, saluto i Fine dispiaciuta all'idea di non vederli suonare. Invece, surprise surprise, ci fermiamo ancora per vederli suonare qualche pezzo.

Ragazzi miei i Fine Before You Came sono una SASSATA tremenda! Io che ero abituata a sentirli un po' lagnosetti in CD sono rimasta folgorata dalla puteeeenza e dall'intensità con cui hanno suonato.
Senza parole giuro.

Alle tre del mattino, strappata al concerto e bollita, sono salita in macchina con Marco e ho guidato fino a Forlì con una cassa gigantesca sul sedile posteriore.

Per concludere questo infinito post che ho impiegato tre giorni a scrivere (devo anche fare finta di lavorare ogni tanto) un interminabile grazie a Marco per tutto, dai suoi pat pat orsosi ai suoi commenti sulla mia guida notturna "spaurita". Scusate ripetizioni, obsolescenze linguistiche, imprecisioni, dimenticanze. Che ci volete fare, se sono un'ostrica e non un magnetofono...

Che gran weekend!

(15 giugno h.12:48)

Sunday, June 12, 2005

Sai che c'è?

Impiccati.

Friday, June 10, 2005

Scusi, ma lei cosa ci fa nudo nel mio letto?

E non mi domandi cosa ci faccio io con la mia camicia da notte con le pecore, perchè, lo dice la parola stessa, il letto è il mio e per definizione io ci dormo.

Ma poi resti pure, tanto occupa poco spazio e tra gatti e orsi di pezza che fastidio vuole che mi dia il suo corpicino...
Mi dica, gradisce un bicchiere d'acqua? Una coca light? Un po' di polpette appena fritte?
Vuole fumarsi uno spinello sul terrazzo? Addormentarsi sul divano davanti alla tv? Spalmarsi trasversale sul copriletto rosa?

E io posso grattarmi gli occhi col suo naso e disegnare la sua testa sezionata come un kiwi, verde coi semini?

Oggi è oggi. Domenica è lontana.
Tra felini, si capisce, non c'è bisogno di giustificazioni.

Purr
purr
purr
purr
purr

Tuesday, June 7, 2005

"Cara, ti ho sposata per il tuo intelletto, non certo per il tuo buon carattere"

Che bella persona sei.

Dai, dimmelo!

Ditemelo in molti, messi in fila.

Adoratemi, adulatemi,
dite che anche voi, sì, vorreste essere come me.

Più maschio dei maschi, intensa e sofferente, piena di argute battute ed emozionanti nozioni.

Dite che vorreste per voi lucidità ed acume, candore e marciume da proteggere e cullare in grembo.

Ditemi che avete fame di me. Che sono bella ed intoccabile.

Ditemi che sono una persona cattiva e che ciononostante mi amate perchè sono un canone elevato da raggiungere.

Che sono una dea bella e terribile, che se un mio solo pensiero vi sfiora brividi blu vi salgon su per la schiena.

Ditemelo.
Perchè ci voglio credere e non pensare che nel pronunciare il mio nome state già scappando per la paura.

Sunday, June 5, 2005

Quattordici cazzi flosci su un muro

La ragazza ha gli occhi tristi. Puzza di paura, lo si vede da lontano un miglio. Sorride troppo e la S le esce ovattata dalla bocca. Alle sei ha ancora voglia di parlare, ma lo fa con fatica. Per ogni lettera un po' di veleno. Per ogni sorriso una fitta sottile. É seduta vicina a un ragazzo smilzo. Lui ha una camicia bianca con un pezzo di scotch di carta sul taschino e degli occhiali troppo grossi.

Di Tante albe che ho visto questa è una tra le Tante.

Se mi dici "Scusa, posso baciarti?" allora sorrido.
Perchè da un niente che non è niente può nascere solo un niente che non è niente.

Quei quattordici cazzi flosci che hai dipinto sul muro mi hanno colpita.
Allora ti dico si, baciami pure, perchè siamo persone sole.
E si vede.

Di Tante albe che ho viste questa la festeggio.
E se sarà un'alba di cartone passerà.

La ragazza ha il trucco sfatto, mangia un cornetto e beve un cappuccino con il casco che le pende solo dalla mano destra.
Ormai fuori il sole è alto.

Saturday, June 4, 2005

Come le maglie del calcetto

Giovedì notte una cricca di fasci romani ha fatto irruzione nel centro sociale del Forte Prenestino a Centocelle accoltellando alla gola un occupante.
Fortunatamente non è morto.

Questa guerra non ha vincitori nè trofei. Solo vittime.

Monday, May 30, 2005

Lorem ipsum dolor sit amet

Io non ho niente di originale da dire.
Come la maggior parte di voi.
Su questo c'è davvero poco da fare.

Ma per le persone che nel piacermi mi stupiscono e che come conseguenza di un solo assaggio millantano rispetto, forse c'è ancora qualcosa da fare.

E' per questo, solo per questo, che oggi vale la pena di sopravvivere.
Malgrado io sia soltanto un distributore a gettoni d'odio gratuito.

Monday, May 23, 2005

La gente si ama


Ma io no.
a travers les yeux de mademoisellehuitre.
Mi hanno detto: "Questo è il migliore dei mondi possibili."

Dovrei essere felice?

Friday, May 13, 2005

Your Life End Project

Il principio è la Morte in quanto processo di annullamento quantomeno definitivo dell'Essere inteso come singolo o come insieme di singoli.

La Morte è un fattore da promulgare e da incentivare con un ben delineato piano di marketing.

In sostanza:
SE VUOI CREPARE IO TI AMMAZZO VOLENTIERI.

Monday, May 9, 2005

Voglio cambiarti i connotati

Perchè non crepi signor Simpatichino di sto cazzo?
Ti ho già comprato un confortevole loculo vista cortile munito di graziosa fioriera dove potrò annaffiare i crisantemi con urina fresca di giornata.

Perchè non crepi una volta buona eh?

Si può sapere eh?

La gente alle volte non ne vuol proprio sapere di morire.

Paura nonchè spavento

Ad ogni specchio la stessa faccia.

Se per sbaglio mi trovo riflessa in un vetro mi spaventa scoprire che quella sono io. Proprio io. Con la stessa faccia da tutti questi anni.

Io e non tu.
Io e non voi.
Io e non Gesù Cristo.

Questa faccenda della consapevolezza dell'Io è un'atroce stronzata.

Sarebbe di gran lunga preferibile morire più spesso.
Morire a intervalli più brevi in un susseguirsi consapevole di reincarnazioni.
Non sono più io, ma conosco bene quello che ero.

Questo è quanto più si avvicina a una mia odierna e personalissima forma di nichilismo tantrico.

Monday, May 2, 2005

Я знаю що ти думаєш


XXX
a travers les yeux de mademoisellehuitre.

Thursday, April 28, 2005

Anger means YOU

L'esplosione del mio cranio
lascerà tutti di stucco.

Non sapranno a chi attiribuire
tutto quel grigio che troveranno
sulle loro cravatte.

Sarà mio
e mio il sangue sulle loro camicie
e miei gi occhi urlanti
nel loro ricordo.

Sarà mio quel grido
tagliente ad affondo
che squarcerà le menti,
prima la mia e dopo le loro.

Urlo solo luminoso freddo.

Senza rimedio è questo scoppio
e senza colpevole.

Da quel momento in poi niente più testa,
nemmeno per contare
quante ore mi restano.

Saturday, April 23, 2005

Eteria


two of two
a travers les yeux de mademoisellehuitre.

Tuesday, April 19, 2005

Platani assassini

Vorrei un pensiero di te adesso perchè proprio non arriva. Il mio cuore corre avanti e indietro su una strada piena di formiche.
Non so perchè.
Su questa panca grigia mi scendono lacrime di fianco alla faccia.
Pensavo a fare il morto.
Acqua come assenza di polvere.
Acqua come assenza di suono.
E tu non ci sei.
C'è solo un vento leggero che increspa le onde su cui galleggio e non penso che le mie dita sono rosse e a pois, che mi stanno iniettando qualcosa nel culo, che il mio cuore fa bip.
Penso agli spruzzi di sale sugli occhi e alla sabbia tiepida e umida sul calar della sera.
Questo mi serve e le lacrime smettono.
Lentamente riprendo a respirare.
Le piastrelle che ho davanti sono gialle, ma di te nemmeno l'ombra.

Avrei voluto che questo pensiero fosse tuo.
Invece è rimasto da solo a rimbalzare contro il muro di un pronto soccorso.

Tuesday, April 12, 2005

Bellezze matematiche


Sibilla
a travers les yeux de mademoisellehuitre.
La pelle si usa per scrivere e talvolta per sentire qualcosa.

Monday, April 11, 2005

Hommage sans photogramme


FOUROFFOUR
a travers les yeux de mademoisellehuitre.

Qui ti riporto riveduto e corretto, perchè è con invidia che qualche volta ti leggo e con occhio curioso che spesso ti intrattengo.

***

ci devono essere, per forza, delle falle nel mio cervello.
che ogni tanto va in tilt e si sofferma su dettagli che credevo estinti.
di solito succede quando mi viene la febbre. una notte l'ho passata tutta a ripetermi l'infinito di leopardi.
avevo la febbre alta. una settimana dopo mi hanno ricoverato a suon di eritromicina.
ma a volte succede anche da sano.
una sera che guidavo in autostrada, mi è tornato in mente, kappa per kappa, il placito di capua.
un'altra volta cielo d'alcamo.
il più delle volte, però, solo angoscia.

ieri sera, intanto, non riuscivo ad addormentarmi.
questi cazzo di pensieri, e tutta l'angoscia.
devo ancora risolvere il problema dell'equazione dell'universo. ho un bisogno impellente di mettere a posto tutte le cose.
ci deve pur essere un'equazione che lo fa. che mi risolve questo problema.
y(x)=f(x1,x2, ..., xn)
e poi applicargli qualche operatore.
gradiente, rotore e divergenza. un laplaciano quà e là (perché è derivabile per ogni ordine, ovviamente).
e stare a guardare: bene, male, regret, relief.
dipanarsi di fronte a me, la mia vita in numeri.

***

Lascia che l'angoscia si posi e che le rotelle si blocchino.
La ruggine non deve far paura a quelli come noi.

Sunday, April 10, 2005

Features in past and present


Incontenibile resa
a travers les yeux de mademoisellehuitre.
Dietro le sopracciglia
non c'è niente.
Solo l'odore di
un'interminabile attesa.

Wednesday, April 6, 2005

MisantropA a senso unico

Io mi offendo.
Io me la prendo.
Non mi incazzo, mi mortifico.

Suscettibile, permalosa, stupida.

Il gruppo è un concetto che rifiuto.
L'appartenenza qualcosa che non mi so garantire.

I miei sforzi vanificati da toni di voce esagerati, facce incontrollabili, malumori fiorenti.

La gente mi rende paranoica, le relazioni instabile.

CHE C'E'? VUOI COLPI?
Hanno creato un mostro.

In questo mi realizzo e mi dispiaccio.
Mi lancio volontaria in imprese devastanti consapevole di finire in un fosso con venti buchi addosso.

Implorerei il colpo finale.

CHE C'E'? VUOI COLPI?


I would pay to shot you with my super smelly sock!

Pescivendola che non sono altro

La donna è stata progettata per fare le tagliatelle e non la guerra.

Così io sono stata progettata per sentire qualcosa, non questa sorda e inutile mancanza di stimoli.

Eppure anche oggi mi guardo prendere a calci la solita pietra senza fare alcuno sforzo per buttarla - e senza rimedio- in un tombino.

Ma valla a raccontare a qualcunaltro.

Saturday, April 2, 2005

Vacue considerazioni.

Dovrei smetterla di parlare di me.

Wednesday, March 23, 2005

Vai Girardengo vai!

Ho la testa chiusa in una biglia di plastica.
Puoi vederne solo un pezzo.
Le basette, il colletto ed un pezzo di cravatta.

Non ha tre dimensioni, solo un mezzo sorriso stampato e una frangia da tagliare.

La mia biglia ha il culo blu mirafiori, di plastica dura che spela dove si consuma.
Rotola bene perchè è nuova di pacca, salvo per quel graffio profondo all'altezza degli occhi.
Sul terreno giusto raggiunge la velocità di dieci metri al secondo.

Condivido un sacchetto di rete arancione con altre teste dentro gusci di plastica.
Ci vendono insieme a dieci chili di sabbia.
Dicono che se bagni la sabbia le biglie viaggiano di più.

Ho conosciuto giocatori capaci di farmi correre in curva come un Girardengo con la sola potenza di un indice.

Come biglia sono un portento.
Me lo dicono in molti.
Dicono che ho cuore.
Col cuore si va lontano.

Come giocatore non sono un granchè.
Dicono che ho paura.
Con la paura non si va da nessuna parte.
Si spingono le biglie troppo lontanto. Fuori dalla pista. Oltre le dune di sabbia. Oltre le sedie a sdraio. In mezzo al mare.

Dalla scorsa estate ho perso quasi un sacchetto di biglie. Smarrite nella sabbia. Perse in partite con professionisti della corsa su sabbia. Qualcuna la vedo andare avanti e indietro sulla rena trasportata dalla risacca.

Sarebbe ora di affogare questa paura e di imparare a tenere le biglie in pista.
Sarebbe ora di togliere la testa dalla plastica e lasciarla rotolare libera.

A volte il cuore non basta.

Wednesday, March 9, 2005

La civetta non abita più qui

Ho le coliche.
Non avevo mai avuto le coliche prima di ieri.
Tante pietre aguzze cercano di uscire dalla mia pancia.
Io non riesco a concentrarmi su niente.

Ho male alle orecchie.
In Ucraino orecchie si dice Vuhà.
Non so come di dica dolore.
Non lo voglio sapere.
Il mio timpano pulsa e tutto intorno c'è gonfio.
Non riesco a sentire il mio cuore che batte.
Non parliamo del tuo.

Sta sera qualcuno prenderà un treno molto tardi e per molto lontano.
Sta sera metterò qualche goccia nel mio orecchio sinistro.
Sta sera ti sognerò come ieri e ti scambierò per una ragazza.
Sta sera nella mia confusione sarai mio ancora una volta.

Domani qualcuno suonerà a un concerto.
Domani non ci sarò per vederti.
Neanche il giorno dopo.

La mia pancia borbotta.
Saranno le coliche.
Sarà la fame che ho di sapere.

Amore è una parola che un po' mi spaventa.
Anche Sconosciuto.
E Lontano.
E Impermeabile.

Bianco invece è una parola che mi piace.
Come Tiepido.
Come Affusolato.
Come Trasparente.

Adesso non so cosa mi spaventa e cosa mi piace.

La confusione non è fatta per me
e sono arrabbiata perchè non trovo più
il mio sacchetto di plastica azzurro.

Saturday, March 5, 2005

Loyal to an ideal of love that doesn't exist


Une nouvelle epoque
a travers les yeux de mademoisellehuitre.
Da grande vorrei dormire almeno 8 ore per notte.
Vorrei alzarmi ogni mattina e preparare un'omelette ai funghi fischiettando qualche romanza, mettere il bricco del caffè sul fuoco cantando mentre fuori nevica piano.
Da grande vorrei vederti uscire dal bagno con i capelli ancora umidicci, guardarti sorridere con mezza faccia soltanto o magari con gli occhi.
Vorrei riempirti il piatto e baciarti solo un lembo di faccia, poi far finta di niente mentre mi rassetti una ciocca scomposta dietro un orecchio.
Vorrei vederti aprire la porta con gli spartiti in mano e sapere che prima di cena potrò domandarti: allora mi suoni qualcosa di nuovo?
Dopo mangiato ti mostrerei qualche disegno, di un bacio, dei tasti del tuo pianoforte o dei tuoi piedi o di me bambina che chiedo alle tue dita di raccontarmi una storia.
So che tu faresti qualche faccia buffa o rimarresti di ghiaccio dicendo cose senza senso tipo "multic!". Allora ti farei il solletico e ti tirerei i capelli. Ti morderei la punta delle dita e ti direi che buffo e buffo e buffo e stupido sei.
Da grande prima di fare la nanna vorrei azzuffarmi con te e poi baciarti ogni volta che voglio. Poi vorrei starti a guardare mentre ti addormenti su un lato con una mano tra le ginocchia. E vorrei amarti anche solo da dietro un lenzuolo o da dentro un cassetto.
Svegliarmi dopo otto ore e vedere che ancora ci sei.

Thursday, March 3, 2005

Apeman

I think I'm sophisticated
'Cos I'm living my life like a good homosapien
But all around me everybody's multiplying
Till they're walking round like flies man
So I'm no better than the animals sitting in their cages
in the zoo man
'Cos compared to the flowers and the birds and the trees
I am an ape man
I think I'm so educated and I'm so civilized
'Cos I'm a strict vegetarian
But with the over-population and inflation and starvation
And the crazy politicians
I don't feel safe in this world no more
I don't want to die in a nuclear war
I want to sail away to a distant shore and make like an ape man
I'm an ape man, I'm an ape ape man
I'm an ape man I'm a King Kong man I'm ape ape man
I'm an ape man
'Cos compared to the sun that sits in the sky
compared to the clouds as they roll by
Compared to the bugs and the spiders and flies
I am an ape man
In man's evolution he has created the cities and
the motor traffic rumble, but give me half a chance
and I'd be taking off my clothes and living in the jungle
'Cos the only time that I feel at ease
Is swinging up and down in a coconut tree
Oh what a life of luxury to be like an ape man
I'm an ape, I'm an ape ape man, I'm an ape man
I'm a King Kong man, I'm a voo-doo man
I'm an ape man
I look out my window, but I can't see the sky
'Cos the air pollution is fogging up my eyes
I want to get out of this city alive
And make like an ape man
Come and love me, be my ape man girl
And we will be so happy in my ape man world
I'm an ape man, I'm an ape ape man, I'm an ape man
I'm a King Kong man, I'm a voo-doo man
I'm an ape man
I'll be your Tarzan, you'll be my Jane
I'll keep you warm and you'll keep me sane
and we'll sit in the trees and eat bananas all day
Just like an ape man
I'm an ape man, I'm an ape ape man, I'm an ape man
I'm a King Kong man, I'm a voo-doo man
I'm an ape man.
I don't feel safe in this world no more
I don't want to die in a nuclear war
I want to sail away to a distant shore
And make like an ape man.

The Kinks

Monday, February 28, 2005

Se dénuder - mais dignement

Un gabbiano volava nel cielo notturno sopra la stazione Termini.
Brutto, come tutto quello attorno.

Io fumavo solo mezza marlboro da dentro un piumino bagnato mentre ancora una volta pensavo ai toni marroni del cielo piovano.

Avrei preferito un'angusta sedia grigia a questa angusta sedia verde. Le sedie grigie ti portano sempre in luoghi più adatti di casa.

Impassibile alle volte non so giudicare la gente se non da uno sguardo distratto.
Anche così spesso mi sbaglio.

Se mi affaccio a una balconata di vetro guardo le pedine muoversi con indifferenza.
Macchie mobili e nere su una tela di marmo.

Mentre staziono su una poltrona di pelle macchiata da mille sedute penso alla tua pelle farsi bianca sulla mia.
Penso a come sarebbe leccarti un orecchio.
Mi immagino risa di cui non conosco l'avvento e una qualche forma d'amore che ancora non so.

Poi arrossisco perchè non si devono fare pensieri d'amore in un aereoporto.
La gente può indovinarne l'aspetto e questi pensieri di te li voglio tenere solo per me.
Li scrivo per tenermeli ben chiari in mente.

Adagiarsi su un letto al sicuro fra due lunghe braccia non è il solo pensiero che ti riguarda.

Allora rido e rabbrividisco quando ti immagino qui, perchè è della tua lingua e dei tuoi denti che parlo.
Ed è della voce che vorrei dare ai tuoi occhi e di quella che forse basterebbe al mio cuore per non tornare più indietro.

Saturday, February 26, 2005

Ne souris plus

Ieri mi guardavo fumare riflessa in un vetro.
Poi ho visto, anche lei riflessa nel vetro, una profonda ruga d'espressione che mi solcava una guancia, collegandomi il naso alla bocca.
Mi sono chiesta perchè questa ruga, fino ad oggi così mansueta, si facesse ora viva con tanta prepotenza.
Probabilmente sorrido troppo.

Wednesday, February 23, 2005

Papier peint blue ciel

La civetta ha fatto il nido in un sacchetto di plastica blu
volato per caso sulla cima di un pioppo.
L'ha infilato tra i rami come fosse un lenzuolo e la notte si ripara dal freddo
nella vela rotonda che fa gonfiato dal vento.
Quando torna da fare la spesa adagia la preda pian piano, poi cucina e banchetta e si fa compagnia col frusciare del nylon contro le foglie.
Non le piace mangiare da sola.

Se le chiedi perchè tra tante cose abbia scelto proprio un sacchetto per arredare la casa lei ti dirà che nessuno può rinuciare all'azzurro del cielo.

Monday, February 21, 2005

Non si posa

Certe volte
penso a me
come a una propaggine di me stessa.

Questo avviene
solitamente
quando cammino da sola per strada.


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Oggi, nella pausa pranzo, nevicava.
I palazzi erano belli, gialli e floreali
e in te nemmeno un'ombra.

Solo stelle di ghiaccio
nel tenue rollio dei miei pensieri.

Friday, February 18, 2005

Pierina non hai la testa quadra!!

Guardami un po'. Ti sembro normale?
Con questa faccia e queste mani. Queste dita macchiate d'inchiostro.
Ho un golfino rosso da nonna, con le maniche lunghe. Mi ci perdo dentro ma fa pendant col cappello.

No, dico, ti sembrano normali questi occhi che ti spiano tra una finestra e l'altra cerchiati d'azzurro e di viola?

Io non ci credo. Alla normalità.
Le persone che amo non si sanno perdonare d'amarmi. Danno la colpa a me.
Questo non me lo spiego.
Non è normale.

Non te lo chiedo, tanto so che hai paura di dirlo.

No. Non mi sembra normale.
Io penso più a te che a me stessa.

Non ho la testa quadra. Me l'ha detto lo specchio.

Che dici, mi fido?

Thursday, February 17, 2005

Frescure

In questa torrida stanza
persino Beethoven
per quanto defunto
può salvarti la vita.

Wednesday, February 16, 2005

Wednesday, February 9, 2005

Sur la chaussée

L'asfalto mi ha detto
" Svegliati, è ora. Non posso stare da solo ad arroventarmi al sole".

Io l'ho guardato storto con il solo occhio sinistro e gli ho detto
" Non dir balle, carino, puoi scottarti anche senza di me".

Ma lui, rovente, ha insistito. " Voglio vedere la tua pelle farsi rossa ancora una volta, sfrigolare alla luce".

Allora mi sono distesa per terra, sotto il sole cocente e ho preso a piangere perchè almeno le lacrime mi raffreddassero un po'.

Sunday, February 6, 2005

Scala tonale di LA

Suona sempre occupato.
Accanirsi non serve, basta aspettare.
Concedersi la gioia di un'attesa senza spasmo, che scivola veloce, che si ferma in fondo ad asciugare come una macchia di caffè.

Quando suona non risponde.
Ma se risponde sento la voce al confine.
Alternata da un si, da un no e da qualche flebile "nanchuck".

Parlarsi slabbra le vesti.
Per questo lo faccio nel sonno, quando il sole non spia tra le pieghe le mie nudità.

Ti racconto le cose che ho fatto da piccola. Ti racconto delle gazze, della ghiaia e degli iris. Dell'altalena e dell'amaca d'estate. Degli spartiti con gli esercizi che non ho mai eseguito.
Ti racconto di quando ho chiuso la macchina con le chiavi dentro per far dispetto alla mamma.
Di come ogni tanto lei mi chieda scusa se mi fa piangere.

Ti chiedo se piangi anche solo per caso, so che non lo fai mai.

Poi ti ascolto per ore mentre parli di cose senza un perché.
E se ti chiedo mi ami rispondi sempre che domande stupide.

Mi addormento sognando l'estate e le note di qualche sonata sentita alla radio.

E se suona domani rispondo.

Tuesday, February 1, 2005

L-umore

... so che non me ne vorrai...


Allora mi appendo, come un cencio alla finestra.
Nessuno ha fatto nulla. Proprio questo il punto.
Ci si stufa dopo un po' d'assistere all'altrui innamoramento quando d'amare non se ne parla affatto. Come sdraiarsi contro un termosifone freddo.
Questi maschi si sa non capiscono niente.

Vorrei fosse bastante l'appagamento dato da un concetto di pura bellezza.
Vorrei fosse bastante fissare lo sguardo nella pellicola, scrutarne fosse e filamenti per goderne appieno il soggetto.
Invece da sola mi spengo tra sudori e aspirine nel tentativo di ridare una forma al mio cuore che ama, si sa, solo cose lontane.

Ecco perchè per oggi mi spengo così, nel sogno invitante di un abbraccio scostato, un po' acerbo e infantile.

E basta parole.

Saturday, January 29, 2005

In culo oggi no

Ho pensato a tutti voi, signori ometti che andate e venite. Che siete passati di qui fin troppe volte senza mai fermarvi o fare i bagagli. Volevo ricordarvi signori che un bacio, una carezza, una fetta di torta, una tazza di the non sono cose scontate nè gratuite. Se sono qui a raccogliere i vostri cienci pulciosi dopo le vostre pene d'amore, a lavarvi la schiena dopo le vostre sudate partite a scacchi, a dipingere la vostra bella come una strega se bacia un altro o a decorarla di rose e di viole quando vi si concede è perchè lo scelgo in cambio d'altrettanto affetto, comprensione, sostegno.
Per cui no, in culo oggi, no.
Non perchè ho le budella scomposte, ma perchè di me ne avete a sazietà.
Scegliete il luogo dove sostare una volta per tutte, ricordatevi solo che ai piedi del letto sta il gatto.
Lui da lì non si muove.

Thursday, January 27, 2005

Telitsyn D.

Ho guardato i tuoi occhi stanotte
soffermarsi in ritardo sui miei.
I tuoi occhi avariati da giorni.
Appuntiti,
sanno farsi valere,
attraverso la carta mi agganciano
e poi mi sconfiggono.
La tua voce, lo sai,
fa di peggio.
Sa non farsi capire,
ma mi imbriglia in una vertigine spolpa
che mi lascia così,
come un brivido scaltro.

Wednesday, January 26, 2005

Acerbo


Malenki
a travers les yeux de mademoisellehuitre.
Niente luce elettrica. Solo nebbia.
Noi, come a proteggersi.
Docili e puri.

Tuesday, January 25, 2005

Rather be forgotten than to be remembered for giving in

Дружба = amicizia

Щирий = sincerità

Віра = fiducia

Розчарування = delusione

Злоба = rancore

Monday, January 24, 2005

Intonaci e scalini

Questo muro rimbalza e le orecchie sono piene di carta.
Le ho stufate di troppe parole che non volevano più andare via.

Laddove ti trovi davanti a facce che conosci troppo bene e non hai nemmeno voglia di dire " Vediamo un po' di che colore hai gli occhi oggi..."

Penso a ridipingere muri.
Come se una mano di tinta potesse fare la differenza.
Tende nuove e un bollitore.
Penso a figli e mariti. A un futuro.
Improbabile e incerto.


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Arriverà il resoconto. Arriverà.

Monday, January 17, 2005

On my wagon

C'è un treno che arriva. Poi uno che parte.
Abbiamo valigie, pesanti talvolta, qualche calzino sporco e biscotti per il viaggio.
Se parlo di noi c'è un treno sullo sfondo. Un tabellone segnala qualche ritardo. Le banchine non sono gremite perché si viaggia in settimana, come pendolari part-time.
Non si festeggiano anniversari ma impazienti andate e stropicciati ritorni.

Ricordi il nostro primo treno? Portava appiccicati alle ruote i resti di un uomo. La mia prima attesa fumante con giacca da lutto e testa scoperta.
Il tuo primo ritorno lo tengo impresso nel cuore. Un novembre vischioso, una gonna scozzese e le mie lacrime. Le uniche che abbia versato in una stazione malgrado tanti addii. Ricordo di aver scritto il tuo nome sul quaderno degli appunti. Come una cosa da fare.
Poi ti ho aspettato altre volte. Ti ho guardato dal finestrino cercarmi con le mani in tasca talmente tante volte che mi confondo e mi chiedo se sia mai finito quell'eterno viaggiare. Se davvero ci siamo fermati o se continuiamo quegli avanti e indietro anche adesso che non siamo più Io e Te.

I binari ti ingannano. Ti fanno credere che andrai sempre diritto verso la meta per cui hai pagato il biglietto.
Non mi aspettavo di dover frenare così presto. Non mi aspettavo quel salto nel vuoto. Ci ha fatto paura, ricordi? Abbiamo sempre parlato d' amore, ci abbiamo addirittura creduto. Nessuno ci aveva avvertito di stare attenti ai vuoti di linea. Nessun "Attenzione, tratta pericolosa.". Noi, così abituati a cambi veloci, tempi stretti, sedili scuciti, siamo saltati giù dal treno appena in tempo per vederlo volare giù da quel ponte. E siamo rimasti ai due lati dei binari. A guardarci senza toccarci. Senza sapere a chi dare la colpa.
A distanza di tempo ti ho visto riprendere un treno, diverso dal mio.
Ti ho guardato zitta da dietro la tenda.
Mi hanno detto che neanche quel treno è giunto a destinazione.

L'amore è un ferroviere statale. Non è mai puntuale e si inventa le tratte.
Questa notte eri di nuovo dall'altro lato del mio stesso binario.
Non a caso. Per scelta.
Se penso a noi ci immagino sempre così. A guardarci impotenti.
Tristi come bambini che non capiscono perché gli si nega qualcosa.
A toccarti non riesco. Mentre ti osservo nel freddo rivedo Me e Te, quel novembre nebbioso.
Possiamo correre insieme ancora un po' se vuoi. Lungo gli stessi binari aspettando che il nostro treno passi di qui.
Io non ho fretta.

Wednesday, January 12, 2005

Io, te, la tundra.

Laddove non basta infilo un sapore.
Nell'odore familiare che lasci sulla stoffa.
Nella frase che si spezza in bocca.
Soffoca piano contro il colletto.

Tra le chiare lande salate.

Funghi e qualche sprazzo di oblio.