Saturday, October 30, 2004

Undici per due


rabbi-na
Originally uploaded by mademoisellehuitre.
Tra circa 30 minuti entro nel mio ventitreesimo anno di età.
Sconvolgente vecchiezza. Debilitante decrepitudine. Oggi, in occorrenza di questa fantomatica data, i miei augusti genitori hanno, come è loro tradizione, provveduto a infarinare di lacrime il pomeriggio.
Dico io, rimandare al tre di novembre il martirio di zebedei e farmi trascorrere una buona volta il compleanno in santa pace???
Domani, cioè oggi tra qualche ora, non solo sarò più vecchia, sarò anche più rugosa, più acciaccata, più "matura"come amano definirsi le vecchie ciampornie, ma avrò anche in onda il più sonoro giramento di palle della storia proprio grazie a coloro che 22 anni e nove mesi fa ci diedero dentro in quel lettuzzo invece di dormire.
Vitaccia ingrata.

Trattando invece di più gradevoli argomenti... per la serata di domani prevista cena di pura razza ligure. Ospiti miei a casa di Elisa la crème de la crème dei miei amici.

Menù previsto:
_ANTIPASTI_
*Tumate Secche
*Olive Poggiasche
*Crostini con pasta d'olive e ricotta
*Sardenaira
_PRIMI PIATTI_
*Trofie al pesto
_SECONDI PIATTI_
*Cipolle ripiene al forno
_DESSERT_
*Tiramisù della casa

Per il post cena ancora da stabilire un'appropriata scaletta. Può darsi che l'uomo che si arrabbia scenda giù dalle valli-telline e si faccia vedere in occasione del concerto dei Kina.

A Brescia suonano gli Stab. Vuoi mettere coi miei amici? Cioè non sono mica pizza e fichi! (terminologie anni 90')

Vado a stappare una bottiglia di acqua gasata per festeggiare in solitaria il mio lento ma inesorabile declino.

Salute!

Huitre

Tuesday, October 26, 2004

Trait d'union


moi-toi
Originally uploaded by mademoisellehuitre.

Cappiod'anno

Riflettendo su fiabe e popolari credenze il mio pensiero s'è soffermato su quell'inutile festività detta capodanno, foriera di innumerevoli luoghi comuni quali "se scopi a capodanno scopi tuttolanno", "chi ben comincia finisce meglio" e limitrofe puttanate.
Sulla scia di queste fritt-olenti dicerie ho rivisitato col penziero il mio ultimo capodanno.
Risulto averlo trascorso prima spignattando come una colf, poi pulendo vomito di Encio dalla porta del bagno degradata a funzioni di serva, infine dormendo su uno scomodo divano per lasciar spazio ad altrui pomiciate.

Tutto ciò getta nuova luce e maggior chiarezza sugli accadimenti dell'anno in corso.
A capodanno insomma o scopi o è meglio andare a letto presto.

Posso essere una stupida felice

Sono stata insonne. Troppo insonne. Dormiente. Narcolettica. Fumata. Sbronza. Sobria. Troppo sobria.
Sono stata putrida. Inferma. Malata. Pazza. Tagliente. Rabbiosa. Idrofoba. Vuota. Troppo vuota.
Sono stata odiosa. Innamorata. Amata.
Sbiadevole come l'evidenziatore giallo.

Essere felici è possobile senza essere stupidi?

I sondaggi dicono merda.
Tasso percentuale persone intelligenti e felici al mondo -5%.
Se ne parlava in famiglia sta sera dopo fiaba bubblegum all'americana.
Perchè di fiabe è pieno il mondo. E di persone che credono alle fiabe. Che credono alla seconda possibilità. ma per credere alle fiabe bisogna essere almeno un po' stupidi.

Questa sera bando al cinismo voglio essere felice e credere alle favole. Chissenefrega se mi prendono per stupida.
Eccheccazzo.

h.

Monday, October 18, 2004

Un cilicio

il 27 novembre 2001 scrivevo

Mi basta forse sapere che è passato tanto tempo, eppure temo il transitare nei tuoi pressi, costante.
Lui si professa stronzo cercando di carpire carne umana. Per mangiarla, una buona volta. Sorride con malizia come un gatto, forse seriamente. Per vedermi arrossire o alzare la voce. Amorevoli animali e sguardi che mi abbattono. Mi spaventa e mi imbarazza, come fosse la prima volta mentre fantasmi davanti al suo disagio evaporano nel retroscena.
Impropriamente mi sfascio.
Simpatica dedica sul diario di uno sconosciuto. Ad ogni nuova occasione di sofferenza offerta esordisco più vulnerabile e tremula.
[...]
Gioca come te con la mia bocca e i miei sorrisi, violenta quell'istanza di tepore promessami dal tempo e la pelle che tocca arde piano, lambisce le fiamme del cuore.
Come se fosssi tornato indietro su un paio di gambe nuove.
E Io, che vanto l'aver lasciato il tuo nome alle spalle crollo.
Chi mi crederà ancora?
Tra gli spiriti effimeri che tornano manchi solo tu, l'unico che vorrei veder tornare. Chiedono scusa, inneggiano alla mia santità, anormale e feroce. Insetti avidi di miele, ma non sono ambrosia per chi vorrei.
Stai. Lontano. Da. Me.
Solo questo vorrei, per non dover fissare gli occhi nei tuoi ancora una volta.
[...]
... tu parlavi dei miei occhi che parlano meglio del resto. Vuotamente vuoti.
Non c'è gioventù che tenga, nè sole che sorga abbastanza alto, scaduta senza rimedio nel vestito che mi sta così bene.
Crederti ancora una volta vivo.
[...]
Fanculo l'amore. Al mio tradimento e alla perdita totale del mio non-senso. Mi manca il mondo che noi eravamo e quanto odio la scritta fine di questa storia. Finisce il capitolo e io trascino le spore al limitare di quel che resta.
Il comando a distanza è attivato.
Luride testine.
Registro un passato distorto.
Dissimile.
Uguale.
Ma tanto chi mi crede oramai.




* Mastodonti *

Su quel ciottolato gli ho stretto forte la mano e ti ho visto. Poi ho visto me rimbalzare da sotto il cappello. Il cuore fermarsi dentro quella tragedia preannunciata che aveva tardato per anni. Pungente l'attrito di lacrime asciutte e il battere alterno di tempie e ossa, nuovamente tu.
Hai mai pensato al ripetersi ciclico di eventi preordinati? Niente a che vedere con nascita crescita matrimonio. A distanza di anni, troppi, eccomi qui esattamente uguale. Ferma sul ciglio di una strada a ripetermi: no non è possibile. La stessa faccia che hai fatto tu in fondo a quel corridoio d'ospedale a Hoczirl, quando mi hai vista spuntare da dietro una porta, pensandomi ancora a Londra.
Mille visioni passate si riassumono in uno sfondo di cui ricordo più che altro un sacchetto giallo-verde di Marvin. Anche in Polonia mi sei apparso, non eri tu ed è stato più facile piangere. Nell'averti davanti davvero ho sbriciolato il contorno.
Ingiusta me ne rendo conto. Faccio paura perchè ho paura di te.
Una questione di mastodonti. Puoi crederli trasparenti eppure sono fermi lì. Macigni traslucidi. Ognuno ne ha uno. Io ho te. Lui forse che mi ha vista così, che mi ha vista contenermi per poi sfaldarmi poco dopo, ne ha uno suo. Più piccolo, meno ingombrante, con diverso peso specifico. Io credo ce ne sia uno a testa. Questo mi fa pensare se questi mastodonti si lasceranno scavalcare un giorno. Se verranno cancellati e sostituiti da macigni più grossi. Se quel peso altrui sia in qualche modo sbriciolabile.
Dovrei abbatterla questa famiglia di Mammuth. Questi pelosi blocchi in marmo gelato che stazionano nella stalla del mio passato sbuffando e riversando tonnellate di letame sul mio pavimento che si fa vieppiù sdrucciolevole per chi transita.
Ti chiedo scusa, per averti tolto il saluto ormai da anni. Per aver avuto l'occasione di dirti ancora una volta ciao e per essere solo riuscita a pensare "mi avrà mai amato davvero" nel vederti.
Gli chiedo scusa, per avergli dipinto un quadro che mette addosso troppa angoscia e che preferirei vedere sbiadire coperto di polvere e muffa nella cantina più umida. Gli chiedo scusa anche per aver detto troppo di qualcosa che, è evidente, lui non vuole sapere.
Mi chiedo scusa infine per questa paludanza. Immobile in fredde acque stagnanti aspetto una miracolata bonifica.

Tutto questo solo per dire che l'amore tende all'infinito.

Thursday, October 14, 2004

45° sotto lo zero

Ho visto Vanessa oggi in mezzo a una Torino piovosa e fredda. La mia amica gelidina affatto gelida semmai gelata. Ho pensato, mentre la guardavo andar via alla volta di un'Irlanda che la terrà con sè a lungo, a quanto è triste vedere qualcuno partire sapendo che non tornerà. La guardavo nel suo cappotto quasi-petrolio moltiplicarsi tra la folla e tra me e me piangevo in silenzio. Non lo dite a nessuno però. Certe cose da femmina fanno un po' sfigurare.

Intorno a me tutti malati.
Niente coccole per chi si è sepolto.

h.

Ma tu mi piaci davvero lo sai?


allinmyminnd
Originally uploaded by mademoisellehuitre.
U.R.S.


La faccia fredda,
Imbavagliata in
Rosse coccarde,
Mirava dritta al punto.

Lei in blu e bianco
Scalciava la polvere
Con lo zoccolo

Ti prendo Ti prendo Ti prendo

Gelida e muta
Scioglieva l'aria
Sbandando.

Correva rapida in contro
Al mastodonte
Che in silenzio
Respirava.

Lui rombando piano
Attendeva
Invitante
Che lei
Svelta
Schioccasse
Quel bacio sulle
Sue
Grigie
Labbra.

Prendimi dai


Il metallo cede
Si sa
Davanti alla
Bellezza abbagliante
Della lamiera.


Infine fu solo uno schianto
E un volare leggero
Di coccarde sanguigne
Nello spazio ceruleo.

Monday, October 11, 2004

Alfabetici avvenimenti delle ultime 48 ore

*Bernoccoli

Ultimamente avverto sempre più la necessità di sbattere la testa contro spigoli acuminati. Mi riesce bene. Do vita a scenette esilaranti con tagli, auch e bozzi. Altro che Grattachecca e Fichetto.

*Bruchi

Il basilico di Cipresso è stato attaccato dai bruchi. Sono grassi e verdi e lo hanno quasi sbranato tutto. Povero basilico già un po' secco per via di questo freddo incipiente. I bruchi verdi fanno cacche rotonde come le capre, sembrano minuscoli grani di nescafè decaffeinato e cascano sul tavolo. Cipresso è un asso a scovare i bruchi sbrana-basilico. Guarda le foglie da sotto, scrutra le cacche come una megera i fondi del caffè. Sa tutti i trucchi. Tac! Eccone un altro. Li becca tutti, li ha sterminati, un'intera famiglia di salsicciotti verdi. Erano in sei. Ci sono tanti modi di uccidere un bruco. Puoi schiacciarlo con la fogliolona di basilico con cui stava facendo colazione. Sandwich al bruco. Puoi affogarlo nell'acqua dei piatti. Buttarlo nello scarico e osservarlo mentre affoga e si contorce. Capitombolarlo giù dal sesto piano sperando che approdi sui geranei sfioriti della vicina puzzona. Io mi limito a sgranocchiare le foglie rimaste dopo lo sterminio.

*Conurbazione di Bra

Ieri con Samo siamo andati a Cherasco a trovare Luca e Irene. Non li avevo mai visti quei due, ma sono belli un sacco. Anche Cherasco è bella e si può vedere la mostra dei De Chirico Brothers. De Chirico non mi è mai piaciuto. Suo fratello ha la faccia da gufo peloso. Uno potrebbe pensare di diventare come lui da grande ma vuoi mettere la differenza tra mangiare tacos piccanti e fusilli col firmare falsi da centinaia di talleri? Ci lasciamo con la promessa di una bagna cauda coi cardi gobbi.

*Figli

Irene parla sempre di figli. Oggi salendo sull'autobus pensavo che sarei una madre tremenda. Pensavo a cosa direi a mio figlio se mi dicesse "voglio farmi il buco alle orecchie" (così si diceva ai miei tempi). Probabilmente qualcosa tipo: "No, che è da finocchio" o "Poi non trovi lavoro". Alle volte è più difficile fare le figlie che fare le madri.

*Luce per le coccole

Anni fa ho comprato una lampada dell'Ikea. Quella a forma di stella che hanno tutti. Non che mi piacesse più di tanto, ho sempre preferito la nuvola, ma ne avevo bisogno per uno scopo speciale. L'ho appesa a fianco al mio letto. Non va bene per leggere, ma è perfetta per farsi le coccole. So che sembra pietosamente smielato, da diabete istantaneo, pare però che non se ne possa fare a meno. Di coccolarsi intendo. Persino il gatto Trippolo diventa affettuoso in quell'ambito. Miracoli del design svedese.

*NO*

La pelle squama quando scaccia via l'inchiostro e macchia le camicie. No ti ho detto di No. Non si devono macchiare le camicie belle che poi chi le lava eh? StellinaNOStellina. Non NordOvest. Nemmeno NienteOdio. Solo NO. Ho detto NO. MI senti? NOOO!

*Pacchi

Quando avevo 15 anni Armando mi faceva sempre i pacchi. Mi tirava bidone ogni volta, lasciandomi a casa mesta a sospirare come un mantice su una riva deserta. Ripensandoci dopo millenni è stato un'ottima palestra. Sono ginnastiche che è sempre meglio fare da giovani queste. A 22 anni restare appesi al telefono in trepidante attesa non è conveniente. Sembreresti appena uscito da una desolante puntata di Dawson Creek senza il sorriso Durbans. Si sa che certe cose danno i loro frutti. Quelle domeniche pomeriggio sconsolate alla finestra che quasi sconfinano nel Flaubertismo di bassa lega hanno condotto la sottoscritta a drastiche prese di posizione in materia di bidonanze. Ne sa qualcosa Stellina. Lei, fortunella se vogliamo, fruisce di un bonus inaudito. Pare davvero esserselo meritato. Per la restante parte della popolazione è tutto da vedere. Da annoverare nel decalogo di come rovinare un'amicizia con Nana: al primo posto Sparlate al secondo posto Pacchi.

*Responsabilità

Non ne vorrei.

*Sigarette

Le ho finite, quindi è ora di dormire.

H.

egli decontestualizza


hei_tu_bu!
Originally uploaded by mademoisellehuitre.

Friday, October 8, 2004

*NO*

Cosa vuoi che sia un chilo in più di mestizia sul già penoso fardello di sempre? Stamane apro gli occhi circondata dai pinguini. Ho il raffeddore o l'allergia, va ai capire poi tu la differenza, so solo che una narice mi cola, che le prime lettere che escono dalla mia bocca sono E-c-c-i-ù e che mia madre è al telefono. Ciò storicamente è foriero di sventura. E infatti. Parla coll'altro genitore, quello part-time. Di cosa? Di me. Naturale. Peffozza. Della figlia sventurata, che finirà sotto un ponte o a fare la petnoira, la commessa o uno di questi degradanti mestieri che solo i genitori poveri non augurano ai loro figli. La madre mi insegue mentre gocciolante e pesta cerco a tentoni cenci di cui ricoprirmi. Blatera la donna di responsabilità, di doveri, di necessari progetti. Il grave è che ha perfettamente ragione, la stronza. Detesto doverlo ammettere. Poi al lavoro tutto si allaga, muratori stuccano colonne portanti e ci ritroviamo a parlare di e-commerce al tavolino della bettola all'angolo dove il barista mi manda biglietti d'amore manco fossimo a casablanca. Torno alla magione e scopro che la prospettiva di un weekend con Lupèn si è trasformata in un venerdì sera senza Samo. Merda. Vado a imprimermi in *NO* sulla pelle con Stellina. Più me lo figuro addosso più mi pare consono al momento storico.

*NO*

Wednesday, October 6, 2004

Caaaaasa


Caaaaasa
Originally uploaded by mademoisellehuitre.
sull'atavico odio tra Torino e Milano

Risposte che non ho a domande che non so.

La vita alle volte si riempie. Stavi ingurgitando il tuo pastone quotidiano da bravo pollastro e lei ti precipita in testa con un vassoio di prelibate focaccine. di quelle con la bolla e l'olietto buono. ti domandi che fare, se scegliere il comodo pastone che non irrita il duodeno, che non dà gli incubi la notte, la cui ricetta faticosamente ti sei guadagnato o avventarti famelico su quelle focaccine bozzolute e luccichevoli d'olio, per poi magari scoprire che la pirelli fa copertoni più saporiti. Eccomi qui. Col becco spalancato, le piume scompigliate mi cercherei una via di fuga, ma come gallina non valgo niente e al posto di arenarmi goffa sul mio scagazzato trespolo strabuzzo gli occhietti curiosa. Probabile che questo mi porterà sullo spiedo di una rosticceria senza testa e con le gambe legate alle braccia.

venerdì.
Giapponese-Gnam. Notti bianche a cui non andare perchè fanno solo coda. Torino-Dakar combinata gambe-macchinadelpedinatore. Giancarlo dove ti stoni anche se non fumi e dove ci sono truzze col Chelsea. Ricerca di un Porcaro mentre tassisto Marco a casa, termina con un toast sotto casa. Alle sette finalmente svengo.

sabato.
Dolcificante in buste sotto casa dell'Inge. Rabastun arancione. La porto a teatro a vedere Baricco, la seconda parte dell'Iliade. Abbiamo posti da gran signore, centro centro sesta fila, lo posso quasi baciare in bocca il Brizzolato Baricco, peccato parli come mio padre. Abbiamo le lacrime agli occhi, non per l'Iliade, quella l'ho letta integrale due volte e c'è poco da piangere, per le luci che sforzan la vista. Dopo il plauso lentissimi spostamenti in macchina alla ricerca di Daniele che ci pacca, alla ricerca di Marco che non chiama, in attesa di Samo che ci pacca (anche lui, ma per colpa dell'Inge), alla fine io e Rabasta mangiamo mezzo panino al patè d'olive e ce ne torniamo ciascuna alla propria stamberga. A due diverse velocità si intenda.

domenica.
ho in mente solo silenzi. Vuoi un morso?

Lunedì.
Milano per un colloquio da tic frenetici. arrivare fin lì sembra il ritorno dal campo di sterminio, pare di attraversare la Siberia del '45 su un carro bestiame. Mi fanno anche la multa sul 328 per Locate Triulzi (no signorina lei ha pagato 1 euro e 15 il suo putrido biglietto e lo ha anche timbrato, ma per prendere questo fatiscente autobus deve pagarne 2,15! quindi può comodamente versare 34,15 euro su questo c/c postale dalla posta che le vien più comoda) . con l'Inge stabiliamo di fare una cena Benefit per finanziarci la multa. Orrendo ritorno in treno con milanesi giovani brutte e corrotte, Per cortesia affondate la Lombardia.

martedì.
Inutilità, MA cinese con samo. Nana regala brandelli di pelliccia rosa (la sua ovviamente).

oggi.
...

troppe cose per un solo post.
bu!
h.

Friday, October 1, 2004

Riemersione a quaranta atmosfere

ho avuto paura di perdere te.
poi di perdere loro.
poi ho passato una sera a sorridere a una faccia che beve martini e che parla male dei miei maglioni.
interi pomeriggi a disegnare. me prevalentemente.
contenta di avervi ritrovati tutti e di potervi rimettere a posto sulla mensola bianca. quella foderata di carta, insieme a lari e penati.
c'è un vegano che dorme sul mio divano di pelle.
domani mangio pesce crudo.
appena uscita dall'ultima puntata di una sitcom inefficiente.
vi bacio tutti con lo stesso trasporto.
h.