Saturday, January 29, 2005

In culo oggi no

Ho pensato a tutti voi, signori ometti che andate e venite. Che siete passati di qui fin troppe volte senza mai fermarvi o fare i bagagli. Volevo ricordarvi signori che un bacio, una carezza, una fetta di torta, una tazza di the non sono cose scontate nè gratuite. Se sono qui a raccogliere i vostri cienci pulciosi dopo le vostre pene d'amore, a lavarvi la schiena dopo le vostre sudate partite a scacchi, a dipingere la vostra bella come una strega se bacia un altro o a decorarla di rose e di viole quando vi si concede è perchè lo scelgo in cambio d'altrettanto affetto, comprensione, sostegno.
Per cui no, in culo oggi, no.
Non perchè ho le budella scomposte, ma perchè di me ne avete a sazietà.
Scegliete il luogo dove sostare una volta per tutte, ricordatevi solo che ai piedi del letto sta il gatto.
Lui da lì non si muove.

Thursday, January 27, 2005

Telitsyn D.

Ho guardato i tuoi occhi stanotte
soffermarsi in ritardo sui miei.
I tuoi occhi avariati da giorni.
Appuntiti,
sanno farsi valere,
attraverso la carta mi agganciano
e poi mi sconfiggono.
La tua voce, lo sai,
fa di peggio.
Sa non farsi capire,
ma mi imbriglia in una vertigine spolpa
che mi lascia così,
come un brivido scaltro.

Wednesday, January 26, 2005

Acerbo


Malenki
a travers les yeux de mademoisellehuitre.
Niente luce elettrica. Solo nebbia.
Noi, come a proteggersi.
Docili e puri.

Tuesday, January 25, 2005

Rather be forgotten than to be remembered for giving in

Дружба = amicizia

Щирий = sincerità

Віра = fiducia

Розчарування = delusione

Злоба = rancore

Monday, January 24, 2005

Intonaci e scalini

Questo muro rimbalza e le orecchie sono piene di carta.
Le ho stufate di troppe parole che non volevano più andare via.

Laddove ti trovi davanti a facce che conosci troppo bene e non hai nemmeno voglia di dire " Vediamo un po' di che colore hai gli occhi oggi..."

Penso a ridipingere muri.
Come se una mano di tinta potesse fare la differenza.
Tende nuove e un bollitore.
Penso a figli e mariti. A un futuro.
Improbabile e incerto.


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Arriverà il resoconto. Arriverà.

Monday, January 17, 2005

On my wagon

C'è un treno che arriva. Poi uno che parte.
Abbiamo valigie, pesanti talvolta, qualche calzino sporco e biscotti per il viaggio.
Se parlo di noi c'è un treno sullo sfondo. Un tabellone segnala qualche ritardo. Le banchine non sono gremite perché si viaggia in settimana, come pendolari part-time.
Non si festeggiano anniversari ma impazienti andate e stropicciati ritorni.

Ricordi il nostro primo treno? Portava appiccicati alle ruote i resti di un uomo. La mia prima attesa fumante con giacca da lutto e testa scoperta.
Il tuo primo ritorno lo tengo impresso nel cuore. Un novembre vischioso, una gonna scozzese e le mie lacrime. Le uniche che abbia versato in una stazione malgrado tanti addii. Ricordo di aver scritto il tuo nome sul quaderno degli appunti. Come una cosa da fare.
Poi ti ho aspettato altre volte. Ti ho guardato dal finestrino cercarmi con le mani in tasca talmente tante volte che mi confondo e mi chiedo se sia mai finito quell'eterno viaggiare. Se davvero ci siamo fermati o se continuiamo quegli avanti e indietro anche adesso che non siamo più Io e Te.

I binari ti ingannano. Ti fanno credere che andrai sempre diritto verso la meta per cui hai pagato il biglietto.
Non mi aspettavo di dover frenare così presto. Non mi aspettavo quel salto nel vuoto. Ci ha fatto paura, ricordi? Abbiamo sempre parlato d' amore, ci abbiamo addirittura creduto. Nessuno ci aveva avvertito di stare attenti ai vuoti di linea. Nessun "Attenzione, tratta pericolosa.". Noi, così abituati a cambi veloci, tempi stretti, sedili scuciti, siamo saltati giù dal treno appena in tempo per vederlo volare giù da quel ponte. E siamo rimasti ai due lati dei binari. A guardarci senza toccarci. Senza sapere a chi dare la colpa.
A distanza di tempo ti ho visto riprendere un treno, diverso dal mio.
Ti ho guardato zitta da dietro la tenda.
Mi hanno detto che neanche quel treno è giunto a destinazione.

L'amore è un ferroviere statale. Non è mai puntuale e si inventa le tratte.
Questa notte eri di nuovo dall'altro lato del mio stesso binario.
Non a caso. Per scelta.
Se penso a noi ci immagino sempre così. A guardarci impotenti.
Tristi come bambini che non capiscono perché gli si nega qualcosa.
A toccarti non riesco. Mentre ti osservo nel freddo rivedo Me e Te, quel novembre nebbioso.
Possiamo correre insieme ancora un po' se vuoi. Lungo gli stessi binari aspettando che il nostro treno passi di qui.
Io non ho fretta.

Wednesday, January 12, 2005

Io, te, la tundra.

Laddove non basta infilo un sapore.
Nell'odore familiare che lasci sulla stoffa.
Nella frase che si spezza in bocca.
Soffoca piano contro il colletto.

Tra le chiare lande salate.

Funghi e qualche sprazzo di oblio.