Monday, February 28, 2005

Se dénuder - mais dignement

Un gabbiano volava nel cielo notturno sopra la stazione Termini.
Brutto, come tutto quello attorno.

Io fumavo solo mezza marlboro da dentro un piumino bagnato mentre ancora una volta pensavo ai toni marroni del cielo piovano.

Avrei preferito un'angusta sedia grigia a questa angusta sedia verde. Le sedie grigie ti portano sempre in luoghi più adatti di casa.

Impassibile alle volte non so giudicare la gente se non da uno sguardo distratto.
Anche così spesso mi sbaglio.

Se mi affaccio a una balconata di vetro guardo le pedine muoversi con indifferenza.
Macchie mobili e nere su una tela di marmo.

Mentre staziono su una poltrona di pelle macchiata da mille sedute penso alla tua pelle farsi bianca sulla mia.
Penso a come sarebbe leccarti un orecchio.
Mi immagino risa di cui non conosco l'avvento e una qualche forma d'amore che ancora non so.

Poi arrossisco perchè non si devono fare pensieri d'amore in un aereoporto.
La gente può indovinarne l'aspetto e questi pensieri di te li voglio tenere solo per me.
Li scrivo per tenermeli ben chiari in mente.

Adagiarsi su un letto al sicuro fra due lunghe braccia non è il solo pensiero che ti riguarda.

Allora rido e rabbrividisco quando ti immagino qui, perchè è della tua lingua e dei tuoi denti che parlo.
Ed è della voce che vorrei dare ai tuoi occhi e di quella che forse basterebbe al mio cuore per non tornare più indietro.

Saturday, February 26, 2005

Ne souris plus

Ieri mi guardavo fumare riflessa in un vetro.
Poi ho visto, anche lei riflessa nel vetro, una profonda ruga d'espressione che mi solcava una guancia, collegandomi il naso alla bocca.
Mi sono chiesta perchè questa ruga, fino ad oggi così mansueta, si facesse ora viva con tanta prepotenza.
Probabilmente sorrido troppo.

Wednesday, February 23, 2005

Papier peint blue ciel

La civetta ha fatto il nido in un sacchetto di plastica blu
volato per caso sulla cima di un pioppo.
L'ha infilato tra i rami come fosse un lenzuolo e la notte si ripara dal freddo
nella vela rotonda che fa gonfiato dal vento.
Quando torna da fare la spesa adagia la preda pian piano, poi cucina e banchetta e si fa compagnia col frusciare del nylon contro le foglie.
Non le piace mangiare da sola.

Se le chiedi perchè tra tante cose abbia scelto proprio un sacchetto per arredare la casa lei ti dirà che nessuno può rinuciare all'azzurro del cielo.

Monday, February 21, 2005

Non si posa

Certe volte
penso a me
come a una propaggine di me stessa.

Questo avviene
solitamente
quando cammino da sola per strada.


____________________________________



Oggi, nella pausa pranzo, nevicava.
I palazzi erano belli, gialli e floreali
e in te nemmeno un'ombra.

Solo stelle di ghiaccio
nel tenue rollio dei miei pensieri.

Friday, February 18, 2005

Pierina non hai la testa quadra!!

Guardami un po'. Ti sembro normale?
Con questa faccia e queste mani. Queste dita macchiate d'inchiostro.
Ho un golfino rosso da nonna, con le maniche lunghe. Mi ci perdo dentro ma fa pendant col cappello.

No, dico, ti sembrano normali questi occhi che ti spiano tra una finestra e l'altra cerchiati d'azzurro e di viola?

Io non ci credo. Alla normalità.
Le persone che amo non si sanno perdonare d'amarmi. Danno la colpa a me.
Questo non me lo spiego.
Non è normale.

Non te lo chiedo, tanto so che hai paura di dirlo.

No. Non mi sembra normale.
Io penso più a te che a me stessa.

Non ho la testa quadra. Me l'ha detto lo specchio.

Che dici, mi fido?

Thursday, February 17, 2005

Frescure

In questa torrida stanza
persino Beethoven
per quanto defunto
può salvarti la vita.

Wednesday, February 16, 2005

Wednesday, February 9, 2005

Sur la chaussée

L'asfalto mi ha detto
" Svegliati, è ora. Non posso stare da solo ad arroventarmi al sole".

Io l'ho guardato storto con il solo occhio sinistro e gli ho detto
" Non dir balle, carino, puoi scottarti anche senza di me".

Ma lui, rovente, ha insistito. " Voglio vedere la tua pelle farsi rossa ancora una volta, sfrigolare alla luce".

Allora mi sono distesa per terra, sotto il sole cocente e ho preso a piangere perchè almeno le lacrime mi raffreddassero un po'.

Sunday, February 6, 2005

Scala tonale di LA

Suona sempre occupato.
Accanirsi non serve, basta aspettare.
Concedersi la gioia di un'attesa senza spasmo, che scivola veloce, che si ferma in fondo ad asciugare come una macchia di caffè.

Quando suona non risponde.
Ma se risponde sento la voce al confine.
Alternata da un si, da un no e da qualche flebile "nanchuck".

Parlarsi slabbra le vesti.
Per questo lo faccio nel sonno, quando il sole non spia tra le pieghe le mie nudità.

Ti racconto le cose che ho fatto da piccola. Ti racconto delle gazze, della ghiaia e degli iris. Dell'altalena e dell'amaca d'estate. Degli spartiti con gli esercizi che non ho mai eseguito.
Ti racconto di quando ho chiuso la macchina con le chiavi dentro per far dispetto alla mamma.
Di come ogni tanto lei mi chieda scusa se mi fa piangere.

Ti chiedo se piangi anche solo per caso, so che non lo fai mai.

Poi ti ascolto per ore mentre parli di cose senza un perché.
E se ti chiedo mi ami rispondi sempre che domande stupide.

Mi addormento sognando l'estate e le note di qualche sonata sentita alla radio.

E se suona domani rispondo.

Tuesday, February 1, 2005

L-umore

... so che non me ne vorrai...


Allora mi appendo, come un cencio alla finestra.
Nessuno ha fatto nulla. Proprio questo il punto.
Ci si stufa dopo un po' d'assistere all'altrui innamoramento quando d'amare non se ne parla affatto. Come sdraiarsi contro un termosifone freddo.
Questi maschi si sa non capiscono niente.

Vorrei fosse bastante l'appagamento dato da un concetto di pura bellezza.
Vorrei fosse bastante fissare lo sguardo nella pellicola, scrutarne fosse e filamenti per goderne appieno il soggetto.
Invece da sola mi spengo tra sudori e aspirine nel tentativo di ridare una forma al mio cuore che ama, si sa, solo cose lontane.

Ecco perchè per oggi mi spengo così, nel sogno invitante di un abbraccio scostato, un po' acerbo e infantile.

E basta parole.