Wednesday, December 29, 2004

Lufthansa flight calling for Kiev

... Però ci furono
Quelli che ebbero per casa solo il cuore
Sospeso tra abissi e buio -- di una vita
Tutta nell'invisibile -- il cuore
Che lentamente si crepava e null'altro

"Il cuore"
G. Giudici


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Io parto.
Dietro un angolo ancora un po' di cappotto.

A presto.


[ per te che ti chiami cone un gatto dei cartoni animati un brindisi astemio al tuo impiegatizio futuro. Ci sono mani che non si dimenticano, sai ]

Wednesday, December 22, 2004

Deadly bites from a bleeding heart

Ancora una volta qua.

Con voi tutti a scrutarmi, colta sul fatto mentre mi mettevo le dita nel naso che adesso, guarda un po', sanguina, preso dalla vergogna.

La meritocrazia è questione di fede. Non mi dai ciò che devi quindi muori.

Mi credevo incapace di certe spensieratezze.
Ghiacciato dal contesto, il mio corpo fatica ad abituarsi. Anche certe tiepide soste nei pressi di altra carne vestita sono scosse violente. Rido e dalla narice mi colano perle rubizze.

Rido per un ululato. Per qualche capello scomposto. Per qualche basetta infeltrita. Per qualche immaturo rancore.

Rido inferma per qualche bomba che mi pioverà  sulla testa. Per l'odore di fritto che può trattenere una felpa. O per gli occhi schiumosi di un saluto. "Non piangere Nana andrà  tutto bene, andrà  tutto bene".

Rido se penso a certe ossessioni per paccheri ipercalorici. A gelosie prepubescenti. Alle vostre facce ridicole che mi guardano inzuppare la maglia di plasma.

Io vi amo, questo è il fatto.

Avrò sempre un cuore abbastanza grande per mangiarvi tutti.

Sunday, December 19, 2004

Campana batte a morto

Da un bel pezzo non tornavo in quel paesello.
Mi ricordo un'estate di averci passato intere giornate a far finta di tradurre Senofonte, col Rocci aperto sempre alla stessa pagina.
Ricordo bene l'odore della casa. Un deodorante che mi faceva venire l'asma e la carta da parati un po' scollata agli angoli.
In Val Bormida parlano uno strano dialetto. Io un vero estraneo laggiù con le mie "e" spalancate. Invece di andare in bici per i campi leggevo polizieschi sdraiata sul letto.
Ieri quando ho aperto l'uscio il morto era davanti a me sotto una retina lilla. Non ho fatto in tempo a ritrarmi, così ho guardato quelle mani livide stringere un piccolo rosario di legno.

Non avevo mai visto un morto.

Mi sono scoperta a pensare alla giacca che le avevo visto tante volte nelle occasioni di festa. Una giacca anni ottanta a quadretti bianchi e neri. Alla camicetta di san gallo coi bottoncini perlati.
Poi la figlia mi ha abbracciato e piangendo mi ha detto: "Ti ha voluto tanto bene".

Ho preso freddo per molte ore.
All'omelia mi sono scoperta recitare a memoria interi pezzi di messa. Ho ascoltato attenta ogni parola del parroco mentre in silenzio ripetevo "tutte cazzate, tutte cazzate".
Nulla è valso a commuovermi. Nemmeno la faccia stravolta di chi ho visto invecchiare.

Fuori dalla chiesa ho ripensato a tutte le parole dette nel gelo mattutino.
Ancora niente.
Poi la campana ha battuto a morto.
Una, due, venti volte.
Solo quel funebre "tang".
Questo più di tutto mi ha commossa e confortata.

For whom the bell tolls diceva John Donne.
Spero che quando sarà ora suoni.
Non voglio morire nel più assoluto silenzio.



In memoria di Tugnina.

Wednesday, December 15, 2004

Une promenade en russe

Ho chiesto ai miei piedi di scaldarsi, ma non ne vogliono sapere.
Sembrano essersi arrogati il libero arbitrio di fare per conto loro.
Li ho sfiancati poveretti con decine di chilometri di viuzze torinesi.
Ho portato Tatiana al mercato, poi l'ho scortata per mille vie del centro fino a consumarmi le suole.
Tatiana è la mia insegnante di russo/ucraino.
Non abbiamo mai fatto una vera lezione.
É magra e gentile. Ha un viso piccino. Quando ride le si formano due rughe ai lati degli occhi, merito del freddo di Kiev. Suo marito Roberto è molto più vecchio e più brutto, ma si vogliono bene. Lo si vede da come si guardano.
Lei mi dice che ho una buona pronuncia. Ascolta con calma quando le parlo di Andrij e degli altri. Ride delle ragazze russe che vede per strada.
Buffo è imbattersi in un'amica tutta nuova mentre cerchi un'insegnante madrelingua.

Mario cucina da schifo ma mi fa ridere. Eppoi guida la sorella di Gelinda, che non è poco.

I miei piedi vi salutano mentre scappano a Copacabana con un paio di scarpe da TipTap.
Altro che Ucraina!

H.

Saturday, December 11, 2004

Considerazioni di moto

Stato in luogo
ovvero io vi odio perchè non dormo Reprisal

Pare che il mio riconciliarmi col mondo e col sonno sia stato ancora una volta rimandato.
Alle quattro e qualche rotto ascolto Charlie Parker con addosso una maglietta "Boicot OGM" e un paio di osceni calzoncini.

Moto a luogo
ovvero previsioni di futuri spostamenti di culo

Salvo prendere in considerazione le recenti dichiarazioni del Sig. Marrabbio che propone di farsi mantenere dalla sottoscritta trasferendosi in un appartamento con un campanello " Fam. Rudies" o scappando su un'isola deserta nutrendosi di polli e verdure (lui che è vegetariano e io che non mangio volatili) direi che la mia gita nella steppa è l'unico viaggio veramente degno di nota.

Al fine di scongiurare le infernali festività e il puntuale sclero del capodanno, incurante del rischio, il 30 dicembre prenderò un comodo volo Lufthansa per Kiev.
Kiev, per chi non lo sapesse, è capitale dell' Ucraina, patria di recenti manifestazioni antirusse - filo democratiche.
Il rischio è calcolato.
Guerra civile = futura carriera nel giornalismo d'assalto.
Al limite mi rimpatrieranno sgualcita e sforacchiata. Mi rendo conto che per i profani è difficile spiegarsi come una giovine di belle speranze quale io sono decida di mettersi i moonboots e di partire alla conquista della steppa gelata senza neppure la consolazione di decilitri di vodka per corroborare le budella. Ebbene ve lo dirò io. Vado a trovare una cricca di sfavillanti amici indigeni e a fare incetta di CD originali a 3 dollari. Sporca la nostra razza capitalista, affamatrice dei popoli le cui reni spezzò il Monsieur Stalin.

Malgrado i molteplici sforzi di morire sotto il fuoco sovietico non potrò esimermi da visita alla riviera di Ponente in occasione del 2004esimo compleanno del Cristaccio.

Moto da luogo
ovvero la pigrizia mi sfianca

Non mi voglio togliere il pigiama. Questa è la principale ragione per cui non esco di casa da 36 ore.

Moto per luogo
ovvero quando esci passa di qui che voglio mandarti a fanculo...

... sono in pigiama che ti aspetto.


I Kinks avrebbero detto: " she is a dedicated follower of fashion".
Credo per via delle occhiaie naturali...

Buona giornata a voi lavoratori del sabato mattino!
Sono le cinque e cinque e il 71 è appena passato puntuale come una mitragliata bolscevica!

La sora Nana vi saluta e va a martoriare le lenzuola nell'inutile tentativo di regalarsi ancora qualche istante di meritato sonno.

Oi!

°_°

Friday, December 10, 2004

Una bambina che gioca coi trucchi

Ho pensato al nostro risveglio stamane.
A come mi sentivo sicura nell'accarezzarti la testa e dirti "è ora".
Ho pensato alle tue mani tra i miei capelli.
A come non mi sono ritratta.
Come una celebre volpe sono diventata la tua aguzzina domestica.
E chissenefrega se russi.

H.

Tuesday, December 7, 2004

Cavolfiori della rete

In regalo una torta della casa a chi è arrivato su questo blog cercando:

www.virgilio.it Chiave=contro il raffeddore

www.virgilio.it Chiave=ricetta verze matte

Mi chiedo se siano conseguenti uno all'altro....

Bah!

Manica di incandescenza

ah, ah!
(leggi ispirato)
Che gioiosi avvenimenti! Che gioiosa compassione mi rivolgo. Il vulcano non sputa lapilli, implode e si crolla addosso. Una magica nube ardente che ti smeriglia la pelle, soffocante a dire il vero, ma quanto bene mi fa sentire il dolore! Com'è bello sanguinare! Non conosco depressione. Conosco rabbia, stupore, nevrosi. Imbambolata crollo, scrollo. Graffio, stridore. La testa rimbomba, piano, ma non abbastanza da lasciarmi da sola. Credevi di pensare, invece continui a masticare amianto gentile, che corrode i polmoni ma ridona spirito. Come dire, una dorata e velenosa pioggia di dolcezze. Carico il dorso dell'asino, le allucinazioni che la fatica provoca lo fanno sentire madido e marcio. Paure inevase.
Criptogramma inciso sul mento, da usarsi come sigillo per le lettere ufficiali. Chissà perchè ma non mi sembri felice e ti appioppi monumentali gogne da esporre alla piazza, del resto non c'è metodo migliore per restare al centro dell'attenzione. Io poi, cosparsa di marmellata rancida, non attiro nemmeno gli squali del Biafra.Ottima scelta! Vuole qualcosa di dolce o passiamo subito al caffè? Sbombolonizzo. Crivellata di colpi, campanello di cristallo. Da servo a servo. Come ci si disintende bene. Come cosa non va? Ma è ovvio: nulla! Ho un lavoro retribuito equamente, una testa luccicante, braccia muscolose, pelle perlacea, mani capienti e capaci, mi amano, forse. Non mi crogiolo, mi sparo. Goditi l'eterno splendore della prigione da cui non sei capace di evadere.
Buona notte biancaneve.

... chissà poi che un giorno non ci siano altre parole di tenero affetto per te.

Saturday, December 4, 2004

Questo basta

Ieri.

Ho composto in tre righe una frase coi miei rudimenti.
Ti ho detto che ci sarò.
Ti ho chiesto se eri felice.

Oggi.

Mi hai risposto.
Con un sì e un occhiolino.

Wednesday, December 1, 2004

Ore 5,03 linea 71

Inutile odio.
Invincibile pena.

Se scruto tra questo grigiore notturno
scopro che
non è fatto di bianchi e di neri,
ma di infiniti marroni
che rimbalzano su qualche residuo di pioggia.
Io li spio tra due imposte
aspettando
di vedere passare
il bus delle cinque.
Quest'insonnia assordante
che mi sbrana la bocca
sfogliandola in mille brandelli.
Se di me non c'è sete
resterò ancora un po'
affacciata a questa finestra bagnata,
aspetterò di vedere
passare il prossimo morto.
Il mio sogno che si appresta
a spirare.
Lo osserverò galleggiare supino
coperto di mosche.
Immagine scolpita da mille marroni
nuovo inizio di un dormire
spolpato di sogni.

e io vi odio
perchè non dormo.