Monday, June 13, 2005

L'ermeneutica dei testi che mi scrivo(no) sulle mani: X

Ovvero Ferrara Trema e io spacco tutto!

Venerdì, dopo un'inutile giornata lavorativa che seguiva un'inutile nottata protosessuale, mi sono imbarcata su un torrido treno alla volta di Forlì, dove sono giunta intontita come un crotalo tonto e smaniosa di espletare le mie funzioni fisiologiche.
Qui potrei agganciarmi con una filippica su come i treni italiani siano disgustosamente infestati dalla sporcizia, da rumorose puttane nere e da ubriaconi che sboccano nei cessi, ma non lo farò. Non perchè io sia animata da spirito cattolico conciliante, perchè se avete mai preso anche solo un Torino Milano avete ben chiaro di cosa sto parlando.
A non aspettarmi alla stazione di Forlì (è arrivato un quarto d'ora dopo con aria vagamente colpevole) Marco, il mio amico "orsoso". Egli milita nei Raein, gruppo emoviolence forlivese che la sottoscritta apprezza parecchio, in veste di chitarrista/compositore/facchino. Al tavolo della sua cucina abbiamo discusso di come i celebri biscotti "Digestive" per quanto Vegan possano fare schifo, fumato una paglia - il che fa di noi due ragazzi davvero poco straight edge, infine ci siamo svaccati per un breve sonno ristoratore.

Sabato mattina assai poco ristorati siamo partiti alla volta della sala prove di Cebio (La Quiete). La suddetta sala prove è ubicata al primo piano di un fienile dall'aria quantomeno abusiva, ma molto bucolica. Vista su alberi di ciliegio e vasca d'acqua piovana con annessi pesci rossi. Immagino sia probabile che ai piedi dei ciliegi qualche lisca ormai corrosa dal sole possa testimoniare dei bei tempi dell'annaffiatura...
I suddetto fienile è anche un deposito di rumenta. Si possono scorgere chilometri di fili, neon dismessi, vecchie scenografie in cartone, biciclette in buono e in cattivo stato. Cose da vita di campagna che noi cittadini da monolocale non possiamo comprendere.
Alessio è in ritardo. Nell'attesa i ragazzi compongono settemila spillette - alla fine mi guadagno un posto in prima fila e mi godo un'intera preview del concerto. Volete mettere? Acustica pefffetta only for intimates.
Assisto i gggiovani mentre fanno calare una cassa da 100 chili giù per una spaventosa e rugginosa scaletta che dà l'idea di potersi piegare come stagnola da un momento all'altro. Le macchine vengono caricate e si va alla ricerca di una pizza con cui riempire le affamate panze.

La pizza fa davvero cagare, ma a Forlì il sabato a pranzo questo è l'unico posto aperto. Pregevole vezzo della pizzeria è un video gioco "jumbosafari" dove lo scopo è ammazzare quanti più animali puoi a colpi di fucilazza. Educate i bambini ad ammazzare le bestie con quanta più ferocia possibile. Paga sempre...
Con peperoni e melanzane turisti dei nostri stomaci partiamo alla volta di Ferrara in un onestissimo ritardo. La strada fa cagare. Majirelle ci aspetta all'imbocco della statale. Poi via sotto il sole per questi 80 calorosi chilometri.


Viva Ferrara coi suoi platani e i suoi pioppi!
Tempo trenta secondi e ho già l'allergia, ma chissene frega, noi siamo penx, mica femminucce!
Il Daz è un posto relativamente figo, grosso spazio davanti, vicino a un parco, bagni accessibili. Smontiamo. I Tragedy of a better tomorrow sono già pronti. Finalmente incontro Luca (il cantante/chitarrista), indossa un'avvenentissima maglietta dell'arciragazzi che persino io mi vergognerei a mettere.
Suonano quasi subito. Perchè siamo penx noi, mica delle rock stars e se il concerto comincia alle tre e mezza allora alle quattro si suona.

L'affluenza è ancora scarsa.
I Tragedy fanno del loro meglio per tappare le falle sistemiche dell'impianto, ma lo stanzone rimbomba e rintrona.
Al turno dei Raein qualcuno in più è arrivato. Loro sudano e picchiano duro nell'assolata pianura.
Io bisso e me la rido.

Questa condizione festosa mi è nuova. Sono abituata alle gelide atmosfere torinesi della serie scusi madamin. Talmente abituata che ai concerti non ci vado più...
Mentre si attendono i Comrades e suona Majirelle fraternizzo con i fanciulli all'ingresso, Nicola - l'organizzatore - ha una faringite che presto lo costringerà ad mutismo da crotalo a cui hanno tagliato la lingua. Sulla cassa - una scatola per floppy - c'è un biglietto scritto "niente Hot Gossip" e non si capisce se faccia riferimento al gruppo o all'espressa volontà di non diffondere i cazzi altrui...

I Comrades hanno un bel tiro, il batterista (migliorato) incredibile a dirsi suona scalzo. Purtroppo (!) per loro le mie orecchie ingentilite da Prokofiev non reggono il grind per più di cinque minuti. Esco fuori e Marco mi introduce Pilipella, il batterista dei FBYC.
Pilipella sembra il mio fratello mod. Ha delle graziose basette e la frangiona. Discorriamo per un tempo quasi interminabile di Torino, delle sue storiche simpatie locali e di grafica.

Più tardi vengo introdotta anche ad altri elementi del gruppo. Marchetti (basso) biascica una pasta alla nutella e si scusa per avere la bocca così indecentemente piena, poi mi offre un pezzo di croissant masticato. Iacopo (voce) fa il suo ingresso informandosi sulle condizioni dei bagni e delle salviette umidificate da culo per via - e cito testualmente - di "una cagata lunga come un treno".

Comincia la distribuzione della pizza e della pasta (che io manco in pieno). Iacopo e Marco assistono ai postumi di una mia telefonata a uno degli uomini più sfigati del mondo. Anche qui cito testualmente:
M- Che è successo?
N- Niente, sono circondata da uomini idioti. Una persona che non conta un cazzo si è appena fatta una parte a culo.
I- Roba di scopate?
N- Ma guarda, nemmeno.
I- Ma se non conta niente che ti incazzi a fare?
N- Infatti tra dieci minuti mi passa.
Cfr. "Sai che c'è?"

La conversazione procede vivace. Dopo una partita alcolica a calcetto si parte in missione caffè. Io (unico elemento femminile), Iacopo, Rella, Marino e un 66% dei Dummo ci avventuriamo per Ferrara alla ricerca di quella dose di caffeina di cui nessuno in Italia sa fare a meno. Naufraghiamo infine dopo mille leghe percorse da Mario, allegro barista che mi fa pagare 90 centesimi un caffè (90 centesimi??? e che ha di speciale per costare 10 centesimi in più che nel resto d'Italia??). Impagabile però la pipì che stacco nel lindo bagno del locale.
Usciamo tutti di lì con l'idea che Mario ce l'abbia buttata bene bene nel ciocco.
Mentre percorriamo a ritroso quelle mille miglia marittime Iacopo ha la pensata di disegnarmi una X gigantesca sulla mano col pennarello nero. "Io non sono straight edge" gli dico stabaccando una paglia, ma lui è già lanciato nel progetto di una fanza che vuol chiamare "legno"e forse nemmeno mi sente.

Mentre suonano i Summer League l'allegra combriccola fa una scoperta epocale. In mezzo al parco c'è uno skilift per bambini. Scatta il lancio folle dell'ubriaco. In piedi, seduto, andata e ritorno. Anche io sono costretta a dare prova di essere un "vero uomo" e salto nel vento, colla lacrimona all'occhio e le gambine ben tese.

Quando arriviamo i Lady tornado stanno dando aria alle corde. Io che speravo di evitarmi Violetta Bauregarde vengo tristemente disillusa.
Per amor di pace e di viver civile non mi dilungherò in inutili commenti sulla qualità del prodotto da costei confezionato. Mi limiterò a dire che per parcondicio ho assistito a dieci minuti di performance e sono uscita in cortile a godermi un po' di quella superba techno da soundsystem technorevelladelcazzo. La scelta è stata premiata con dieci tra i più divertenti minuti dell'intera giornata, che hanno visto Andrea (Raein), Silvia, la sottoscritta e Bumba simulare balli da tamarri e stigmatizzare che "le mani sopra la testa sono decisamente OUT".
Marco sostiene che "ballavamo come degli scemi", ma continuo a trovarlo assai IN.

I Kafka spaccano il culo.
Credetemi!
Era da un po' che volevo rivederli, soprattutto dopo gli entusiastici report di Stellina. Difatti la performance paga. Peccato per il pazzo californiano che piglia a calci l'aria, piroetta e mulinella cazzotti. Silvia ed io sembriamo il ritratto di due sardine impaurite attacchinate al muro. La ragazza a fianco a me mi stacca diritta in faccia un'alitata al profumo di vomito fresco che a momenti mi sdraia, lasciandomi in balia delle violenze hc del pazzo.

Infine si è fatto tardi e fa parecchio freschetto. Si caricano le macchine, saluto i Fine dispiaciuta all'idea di non vederli suonare. Invece, surprise surprise, ci fermiamo ancora per vederli suonare qualche pezzo.

Ragazzi miei i Fine Before You Came sono una SASSATA tremenda! Io che ero abituata a sentirli un po' lagnosetti in CD sono rimasta folgorata dalla puteeeenza e dall'intensità con cui hanno suonato.
Senza parole giuro.

Alle tre del mattino, strappata al concerto e bollita, sono salita in macchina con Marco e ho guidato fino a Forlì con una cassa gigantesca sul sedile posteriore.

Per concludere questo infinito post che ho impiegato tre giorni a scrivere (devo anche fare finta di lavorare ogni tanto) un interminabile grazie a Marco per tutto, dai suoi pat pat orsosi ai suoi commenti sulla mia guida notturna "spaurita". Scusate ripetizioni, obsolescenze linguistiche, imprecisioni, dimenticanze. Che ci volete fare, se sono un'ostrica e non un magnetofono...

Che gran weekend!

(15 giugno h.12:48)

3 comments:

Anonymous said...

devo leggere tutto prima di ringraziarti? non posso glissare, così "glassata"?

mademoisellehuitre said...

La glassa non si glissa, al massimo la si accantona al bordo del piatto.
Dispensata dal leggere cose di cui magari non ti frega. Forse potresti coglierci troppo di vita reale, cosa che non mi si confà normalmente. Comunque si figuri mia cara Ignota Croccoglassata.

La ossequio

Huitre

Anonymous said...

Invece.Lessi della Ferrara musicale e le sue pizze sfatte.