Sunday, June 5, 2005

Quattordici cazzi flosci su un muro

La ragazza ha gli occhi tristi. Puzza di paura, lo si vede da lontano un miglio. Sorride troppo e la S le esce ovattata dalla bocca. Alle sei ha ancora voglia di parlare, ma lo fa con fatica. Per ogni lettera un po' di veleno. Per ogni sorriso una fitta sottile. É seduta vicina a un ragazzo smilzo. Lui ha una camicia bianca con un pezzo di scotch di carta sul taschino e degli occhiali troppo grossi.

Di Tante albe che ho visto questa è una tra le Tante.

Se mi dici "Scusa, posso baciarti?" allora sorrido.
Perchè da un niente che non è niente può nascere solo un niente che non è niente.

Quei quattordici cazzi flosci che hai dipinto sul muro mi hanno colpita.
Allora ti dico si, baciami pure, perchè siamo persone sole.
E si vede.

Di Tante albe che ho viste questa la festeggio.
E se sarà un'alba di cartone passerà.

La ragazza ha il trucco sfatto, mangia un cornetto e beve un cappuccino con il casco che le pende solo dalla mano destra.
Ormai fuori il sole è alto.

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