Friday, July 29, 2005

Ballade pour un adieu passager - il va, nous restons

Vuoi vedermi parlare di te?
Appoggiata ad un muro in pietà con un'occhiaia soltanto.
Mentre coi denti mi spelo il mignolo dai suoi cento strati vinilici, uno ad uno come si fa coi carciofi.
Mentre con la lingua traccio il solco all'interno del braccio per colmarlo sottile col tuo gomito.
Vedermi seduta su una panca di meliga pregna, zuppa come una tazza di latte, in contemplazione della tua prossima assenza.
Magari mentre provo a dare un tono pervinca alle vene con il rullo scarico che ha dipinto la sedia in terrazzo. Oppure sbiadita al sole con la bocca a baciar la parete.

Una tua presenza come mille battiti d'occhio. Mi addormentano tra uno e l'altro.
Tonfo flemmatico e lungo di palpito.
Poi silenzio.
Un tonk.
Un punf.
Un tuff.

Un chicchirichi.
È tempo.
È ora.
È pronto.

Ciao amore ciao.

No. No. No.
NO.

Guarda bene.
Scintille. Fumo.
Salsa piccante.
Urtica il mento fattosi noce dal pianto.

E mi vedrai triste, parlare di te stropicciata, cenciosa, verde serpentina, metamorfica, basaltica, preistorica.
Non mancar di salutare il mio cuore fossile prima del salto.

Mio l'asse senza centro, senza rivoluzione.
Cento battiti. Cento sorsi. Mille note.

Uno.
Sei tu.

Gli altri.
Sempre tu.

L'ultimo.
Resto io.

Ciao amore ciao.

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