Monday, July 19, 2010

Acustico notturno con voce leggera

Strisce rosse sulla pelle,
segni di dita che bruciano,
rimarcano.

L'insalata che porto intorno agli occhi mi dà un'aria fresca, ma non abbastanza, non maschera la solitudine.

Mi sdraio e sudo a righe, mi sveglio, l'allarme dice 13,27 ma fuori è buio. Deve essere saltata la luce. Il cuore batte irregolare. Sul davanzale una falena. Accendo il ventilatore piano e lo avvicino.

Se domani mi dicessero chi sei non ci crederei. Non è solo una questione di definizioni. Le definizioni precise servono per tenere insieme i pezzi, per non avere paura. Questa irrequietezza mi attraversa come elettricità incontrollata. Forse troppo intensa.

Se tu vedessi al di là, se io potessi fare lo stesso.

Nell'angolo del salotto di mia nonna, tra il muro e la credenza che ora sta a casa di mia madre, mio padre teneva il secchio del brumeggio e le cose per la pesca. Mia nonna si lamentava della puzza.

Vorrei avere un posto per me come quello per il secchio. Sicuro fresco ed asciutto. Con un odore preciso, inconfondibile.
Vorrei avere un secchio pieno di brumeggio su cui sedermi e attirare mille pesciolini colorati. Guardare il mare che non si ferma.

Oggi l'aria è fresca, l'oleandro rosso sul terrazzo del vicino ondeggia placido, i miei occhi sono dei pozzi. Tu sei dentro ad un bicchiere in fondo ad un garage.

Domani si vedrà.

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