Thursday, July 1, 2010

Vibrato notturno

Ho dormito con te sul palmo come un carillon.
Suonavi una musica sempre diversa.

Mi sono svegliata abbracciata
al cuscino nero dei cattivi pensieri,
incapace di ricacciare il suono nel sogno e di chiudere il pugno.

Così mi accompagna un pensiero sfrigolante
su questo treno ghiacciato
e il mio guscio vuoto rimbomba di armonici
che faccio fatica a ripetere.

Alle sette e quarantotto,
in ritardo per il mio fioretto mattutino,
sul mio volto spiegazzato
che affondava derelitto nella coppa dei palmi
avresti visto uno spaventato accumulo elettrico,
una pioggia di atomi.

Che sia questa l'anima?

Ne vuoi un pezzetto?

Potremmo metterla in un vaso e darle da bere,
vedere che fa.
Vedere se cresce, se mette le foglie.
Insegnarle a cantare.

Siediti qui e ricomincia a suonare.

Ti ascolto.

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