Monday, July 5, 2010

Sonata incompiuta su pianoforte scordato

Da troppo tempo non dormo.
Ho del blu sotto gli occhi che nemmeno i prussiani.
Sta notte ho ascoltato il ventilatore girare e ho tenuto per un po' la zampa al gatto.
Poi mi sono arresa al sudore.

Di casa mi piace la collezione di libri. Il fatto che alle tre di una cocente domenica incontro per strada per caso amici che non vedo da tempo. Mi piace aprire il cassetto per cercare i calzini e trovarci sei o sette cravatte di pelle che non metto da anni.

Sabato sera a Torino cercavo di scollarmi di dosso la nebbia e quello spesso strato sintetico che mi avviluppa tutte le volte che finisce una storia.
Camminavo lungo il fiume con un bel vestito e dei sandali, parlando troppo veloce, ma senza molto da dire.
Ho fumato due o tre sigarette e bevuto una birra in un bicchiere gigante come quello dei pop corn. Ho anche litigato con il buttafuori.
Sembrava tutto molto naturale.

Ieri invece, sul treno, non riuscivo a dormire. Nemmeno la discografia dei Mogwai è riuscita ad annoiarmi abbastanza.
Approdata in Emilia, lo shock termico mi ha steso con una palata nel muso. Sbatacchiandomi come un lenzuolo strizzato.

Sto ancora cercando di riavermi.

Ma il grosso è stato fatto.
Macellazione a lama bianca. Tutto kosher. Certificato dal rabbino.
Come direbbe qualcuno, un lavoro da professionisti.
Possiamo incellofanare il tutto e mandarlo al corriere.

Mi fermo per un po' a guardare le spine di un cactus che cresce.
Forse sta sera mi ricorderò di dargli da bere.
Nel frattempo è lunedì.

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