Ho la testa chiusa in una biglia di plastica.
Puoi vederne solo un pezzo.
Le basette, il colletto ed un pezzo di cravatta.
Non ha tre dimensioni, solo un mezzo sorriso stampato e una frangia da tagliare.
La mia biglia ha il culo blu mirafiori, di plastica dura che spela dove si consuma.
Rotola bene perchè è nuova di pacca, salvo per quel graffio profondo all'altezza degli occhi.
Sul terreno giusto raggiunge la velocità di dieci metri al secondo.
Condivido un sacchetto di rete arancione con altre teste dentro gusci di plastica.
Ci vendono insieme a dieci chili di sabbia.
Dicono che se bagni la sabbia le biglie viaggiano di più.
Ho conosciuto giocatori capaci di farmi correre in curva come un Girardengo con la sola potenza di un indice.
Come biglia sono un portento.
Me lo dicono in molti.
Dicono che ho cuore.
Col cuore si va lontano.
Come giocatore non sono un granchè.
Dicono che ho paura.
Con la paura non si va da nessuna parte.
Si spingono le biglie troppo lontanto. Fuori dalla pista. Oltre le dune di sabbia. Oltre le sedie a sdraio. In mezzo al mare.
Dalla scorsa estate ho perso quasi un sacchetto di biglie. Smarrite nella sabbia. Perse in partite con professionisti della corsa su sabbia. Qualcuna la vedo andare avanti e indietro sulla rena trasportata dalla risacca.
Sarebbe ora di affogare questa paura e di imparare a tenere le biglie in pista.
Sarebbe ora di togliere la testa dalla plastica e lasciarla rotolare libera.
A volte il cuore non basta.
Wednesday, March 23, 2005
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