Siamo rientrati vivi.
Con dieci dita e due orecchie.
Due mani e un cuore che batte.
Ho la pancia al contrario.
Due manette mi legano i polsi al collo
mentre conto i momenti trascorsi
seduta su quel saccoapelo celeste
che ho chiamato rancore.
Ho lasciato che attraversasse la steppa
e ora eccolo zuppo che canta in un angolo
ballate per qualche moneta.
Proteggere le orecchie da un suono che disarma le reni,
il mio canto è fradicio ormai e nessun filtro che svermini.
Tu non farne menzione
e lascia che il riverbero torni a bussare silente
sulla soglia dei tuoi sonni notturni -
quelli che fatichi a trovare.
A sentirlo altre sei sette volte ti rimarrà nella testa
la differenza che c'è
tra me e lo starmi a guardare.
Ovviamente mi aspetto una pioggia.
Monday, July 11, 2005
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1 comment:
ti attraverso, ugualmente. lontana.
(anche la nebbia ha il suo languore)
*intrusa*
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