Un gabbiano volava nel cielo notturno sopra la stazione Termini.
Brutto, come tutto quello attorno.
Io fumavo solo mezza marlboro da dentro un piumino bagnato mentre ancora una volta pensavo ai toni marroni del cielo piovano.
Avrei preferito un'angusta sedia grigia a questa angusta sedia verde. Le sedie grigie ti portano sempre in luoghi più adatti di casa.
Impassibile alle volte non so giudicare la gente se non da uno sguardo distratto.
Anche così spesso mi sbaglio.
Se mi affaccio a una balconata di vetro guardo le pedine muoversi con indifferenza.
Macchie mobili e nere su una tela di marmo.
Mentre staziono su una poltrona di pelle macchiata da mille sedute penso alla tua pelle farsi bianca sulla mia.
Penso a come sarebbe leccarti un orecchio.
Mi immagino risa di cui non conosco l'avvento e una qualche forma d'amore che ancora non so.
Poi arrossisco perchè non si devono fare pensieri d'amore in un aereoporto.
La gente può indovinarne l'aspetto e questi pensieri di te li voglio tenere solo per me.
Li scrivo per tenermeli ben chiari in mente.
Adagiarsi su un letto al sicuro fra due lunghe braccia non è il solo pensiero che ti riguarda.
Allora rido e rabbrividisco quando ti immagino qui, perchè è della tua lingua e dei tuoi denti che parlo.
Ed è della voce che vorrei dare ai tuoi occhi e di quella che forse basterebbe al mio cuore per non tornare più indietro.
Monday, February 28, 2005
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