Fili d'ordito.
Un rovescio un diritto un rovescio.
Un giro di spola.
Allungo la mano per toccare una guancia che non si ritira.
Dai saltelli che faccio non diresti quanto pesino queste mie gambe sformate. I fioretti le han riempite con grani d'angoscia che snocciolo al buio, svegliandomi coperta di schiuma.
Non ho sonno e decido da sola dove ho voglia di stare.
Cerco un posto nel mondo che sollevi di getto tutte le mie serrande, che cancelli le papule rosse dal bianco.
Cerco un posto dove smettere di avere paura.
Così in fondo dovrebbe esser per tutti.
Un lisciare continuo di spine, che ci porti almeno a qualcosa.
Wednesday, June 30, 2010
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